Tre domande con… Paolo Calabresi

A cura di Flavia Miglietta

(Su esplicita volontà della redazione del sito CarloZampa.it non sono state poste domande a Paolo Calabresi inerenti la vicenda della tentata truffa ai danni della A.S. Roma – ndr)

Domanda – Risposta

Paolo, tu sei romano e romanista. Come spiegheresti ad un forestiero cosa è la Roma per chi, come te, la ama visceralmente?

Gli spiegherei che non si può spiegare.
Non si spiega l’Amore.
E neanche il dolore, quello che noi romanisti siamo abituati a frequentare nei momenti più inaspettati.
Non si spiega l’euforia, spesso ingiustificata, che ci regaliamo ogni tanto.
A Roma è tutto inspiegabile, e tra le cose inspiegabili, la Roma è la meno spiegabile di tutte.
E anche la meno comprensibile.
Per questo a Roma si parla continuamente della Roma, per fingere di possedere le chiavi della conoscenza di qualcosa che non capiremo mai.


Muscleshop
“cheflab.it

Parlate mai di Roma con Teo Mammuccari e Ilary Blasi?

Mai. nessuno se sbilancia.
Comunque Teo lo vedo più allo stadio che alle Iene. io faccio lo scemo in giro, lui in studio.

 

Mi dai un aggettivo/definizione per ognuna di queste persone?

Luciano Spalletti
Ulisse

Luis Enrique
Don Quijote

Zdenek Zeman
Giordano Bruno

Rudi Garcia
Ismael

Dopo alcuni risultati poco soddisfacenti molti tifosi sono caduti nello sconforto più totale parlando già di annata disastrosa, per altri invece nulla è cambiato ed il “vinceremo il Tricolor” è per loro il nuovo modo di salutarsi la mattina al bar. Tu come stai combinato?

Sono conciato malissimo, ma ho degli sprazzi di lucidità.
Genova era la trasferta peggiore dopo il Bayern. Benedico quel punto preso su un campo di barbabietole.
Ma la nostra svolta è altrove. E’ negli episodi di Torino che vedo i segni della nostra forza e della loro paura.
Quella sera ci hanno detto: sarete anche più forti ma noi saremo sempre più potenti. La loro paura è proporzionale alla strafottenza dei gesti compiuti.
E’ stato sempre così. La storia insegna che quando hanno paura fanno sempre così. Gautieri, Turone, Aldair…
Stanno a strigne le chiappe.
Ora sta a noi capirlo, senza cedere a isterismi e autolesionismi.
L’affanno e la tensione che generiamo sono l’unico grande nemico.
Il vero nemico della Roma siamo noi stessi.
Non dimenticherò mai il giro di campo di Dino Viola prima di Roma-Lecce…

 

Curiosità personale: dopo la tua visita a Madrid, nei panni di Nicholas Cage, quando il Capitano ti ha riconosciuto… quanta paura hai avuto che ti scoprissero? Ma dal Real…. hai più avuto notizie?

Fuori dagli spogliatoi Francesco incrociandomi mi disse :”lo voi pagà er bijetto ogni tanto?”
Rideva. Ho capito che la situazione si faceva pericolosa e me ne sono andato, ma avevo già fatto tutto quello che dovevo fare. Avevo preso regali, maglie firmate, ricevuto festeggiamenti e sentito cantare canzoni in mio onore. E soprattutto visto la Roma vincere.
Il presidente Calderon la prese malissimo quella storia. Ricordo che fece un tristissimo tentativo di far credere che aveva capito tutto: venne sputtanato dalle immagini di una TV catalana, che mostravano il momento in cui mi regalava la maglia e la tessera del Real.
La tessera ce l’ho ancora, ma secondo me l’hanno smagnetizzata, a Madrid manco sul tram ce posso andà co quella tessera.

Madridista

Tuo figlio gioca nelle giovanili della Roma e spesso è convocato in prima squadra. Domanda pessima: ti ha emozionato di più vederlo con quella maglia… o il gol di Totti a Manchester?

Il maxischermo dove è apparso il suo nome e il suo numero è lo stesso dove ho visto scritto i nomi dei nostri padri. Agostino, Paulo Roberto, Bruno…Non c’erano colori sul tabellone allora, c’erano solo lucine bianche. Tutto il calcio sembrava in bianco e nero a quei tempi.
L’emozione di vederlo lì è il collegamento tra passato presente e futuro.
Dà senso a tutto il tempo che nella mia vita ho dedicato alla Roma.

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