di Flavia Miglietta
1) Lei ha avuto modo di seguire da vicino la Roma di Luis Enrique, di Zdenek Zeman e di Rudi Garcia. Che differenze ha notato nei tre allenatori e nella gestione delle partite da bordo campo? Ha qualche ricordo particolare riguardo a loro tre?
2) riguardo il mercato la tifoseria della Roma appare divisa in due parti: da un lato gli ottimisti che reputano ci sia ancora tempo sufficiente per concludere gli acquisti, dall’altro abbiamo tifosi delusi da un apparente immobilismo. Lei che sensazioni (e notizie) in merito e come risponderebbe sia ad una “fazione” che all’altra?
Sto dalla parte degli ottimisti. C’è ancora più di un mese e Sabatini ha le mani su talmente tanti tavoli che si giocherà i suoi jolly al momento più adatto per rafforzare la formazione. Il giudizio sul mercato va comunque spostato al 31 agosto. Solo a bilancio finale tra acquisti/cessioni e saldo complessivo si può dare un giudizio definitivo
3) se dovesse fare un bilancio di questi 4 anni di gestione americana nella Roma, come sarebbe? Ci motiva la risposta?
Il giudizio è positivo. Hanno movimentato tante risorse economiche sul mercato, incrementato brand e marketing. Un Club proiettato al futuro con una gestione che ha fatto uno sforzo molto manageriale come figure professionali rispetto al passato. L’ultimo salto di qualità sarà lo Stadio. Opportunità di crescita per la città e il calcio italiano. Chi si oppone lo fa solo per piccoli interessi personali. In un Paese normale il Progetto Stadio sarebbe accolto con più consenso.
Domanda 3+1:
Quando un giornalista da una notizia e la stessa non ha poi riscontro nella realtà, come si torna ad essere credibili in toto per gli ascoltatori, ben sapendo che spesso una notizia “bucata” ha più “memoria” di dieci notizie poi rivelatesi esatte?
Sulle notizie si può anche sbagliare ogni tanto. Sbaglia un gol un grande centravanti figuriamoci se un giornalista non può sbagliare un nome in formazione il giorno prima o nell’anticipare una notizia di mercato. Se il lavoro è fatto con scrupolo, professionalità, dedizione e buonafede, chi ti ascolta o ti legge se ne accorge dopo 5 minuti. Ma nessuno è infallibile. Guai a sentirsi bravi o a prendersi troppo sul serio. Ogni giorno puoi scivolare. Ogni giorno c”è un esame più o meno grande da superare rimettendosi in discussione.