Francesco Totti, capitano e bandiera della Roma, oggi compie 40 anni. Il numero 10 giallorosso ha rilasciato un’intervista a Sky Sport nel giorno del suo compleanno. Queste sono le sue dichiarazioni:
Tributi da tutto il mondo, leggende che parlano a te da leggenda. Cosa si prova?
“Li ringrazio di cuore, non me lo sarei mai aspettato. Fa piacere sentire questi auguri di icone come loro, mi gratificano tanto”.
Gli auguri di Messi: ti vuole vedere altri due anni, lo accontenterai?
“Non so se ci riuscirò, lo ringrazio tanto. L’ho conosciuto di persona, un fenomeno anche fuori dal campo, ogni tanto ci messaggiamo. Se ricevo tutti questi auguri vorrà dire che qualcosa di buono l’ho fatta”.
Alex Del Piero è il tuo tifoso numero 1…
“Il 4 a 0 lo ricorda bene (ride ndr). Sono contento, siamo sempre stati amici. Non c’è mai stata concorrenza, abbiamo sempre cercato di raggiungere gli obiettivi insieme e quello calcistico l’abbiamo raggiunto. Sono contento di averlo conosciuto soprattutto come persona”.
Molti tuoi compagni di quel Mondiale hanno smesso, tu come hai fatto ad arrivare a questi livelli a 40 anni?
“Forse ero più giovane. Non so darti una risposta precisa, ho sempre cercato di essere un professionista serio anche se qualche infortunio mi ha frenato. Però la voglia, la passione, il divertimento ancora ci sono e lo vedo durante la settimana, quando vengo a Trigoria lo faccio ancora con il sorriso”.
Momenti difficili?
“Gli infortuni. Anche prima del rinnovo di contratto, in cui ho pensato di cambiare aria ma fortunatamente sono qua”.
Futuro altrove?
“So quanto mi ama la città. Nell’anno di Capello sono stato vicino ad andare via. Potevo andare al Real Madrid. In Italia non sarei mai andato in nessuna squadra in Italia”.
Hai fatto gli scongiuri questa mattina?
“Sinceramente stamattina, come ho detto ai miei colleghi, volevo staccare il telefono e darmi malato. Pensandoci bene poi era un giorno importante quindi ho voluto tenermi queste cose belle per me. Dubbio se fossi andato via da Roma… So quanto è bella la città e quanto mi vuole bene”.
Quando sei stato vicino ad andar via?
“L’anno di Capello, dopo lo scudetto per andare al Real Madrid, ero molto vicino. Quella era la strada dove volevo proseguire la mia carriera, in Italia non sarei mai andato da nessuna parte”.
Perché non sei andato?
“Sono cambiate tantissime cose, avevo bisticciato col presidente e lui non voleva, poi la famiglia, gli amici stretti mi hanno fatto capire tante cose che a Madrid non avrei trovato”.
Le litigate con gli allenatori?
“Le discussioni ci stanno ma io non ho mai litigato con nessuno. Non ho mai cacciato allenatori o chiamato allenatori. “Io faccio parte del gruppo, ho sempre remato per la mia società”.
Amici e nemici nel calcio:
“Il mio amico più grande nel calcio è Candela. Lo frequento ancora. I nemici nel calcio? Io ho sempre rispettato tutti, poi è normale che qualcuno mi sia rimasto più antipatico”.
L’età rende più saggi?
“Certo, a 40 anni si pensa globalmente, non solamente al calcio. Ho una bella famiglia, perciò sto al 50%, quando vengo a Trigoria lascio tutto fuori, quando sto a casa lascio il calcio fuori”.
Se dovesse scegliere un giorno di questi 40 anni?
“Penso l’esordio in Serie A. Da lì è partito tutto”.