a cura di Massimiliano Spalluto
La Roma s’impone all’ombra della Mole per il secondo anno consecutivo.
Proprio come nella stagione precedente, incubo della difesa granata si conferma il “Corsaro Nero” Enrique Guaita. Ad aprile l’attaccante aveva messo a segno ben 4 reti in casa dei torinesi, nella sfida conclusa con l’incredibile punteggio di 6-3 per i capitolini.
Enrique aggiunge quest’altra ottima performance portando a sette il suo personale bottino di realizzazioni nella tana del Toro. Non sarà questo l’unico record per l’oriundo giallorosso: infatti al termine del campionato conterà ben 28 reti realizzate, primato tuttora imbattuto nei tornei a sedici squadre.
Siamo alla quinta giornata di un’annata iniziata con problemi e dissidi all’interno dello spogliatoio giallorosso. “Orfana” del suo primo Capitano Attilio Ferraris, allontanato a seguito di una discussione avuta col presidente Sacerdoti dopo il derby di marzo, la Roma è alle prese con le “ribellioni” di Fulvio Bernardini e Renato Bodini.
Sono questioni che segneranno gran parte della stagione, con strascichi rovinosi nel caso di Bodini che in estate lascerà la Capitale accasandosi alla Sampierdarenese. La rottura con il “Professore” Bernardini, invece, troverà presto una soluzione. Intanto lo score dice: due vittorie ed altrettante sconfitte nelle prime quattro gare, bilancio che dev’essere migliorato.
È il 4 novembre 1934 ed allo Stadio Filadelfia si affrontano Torino e Roma. Il mister granata Tony Cargnelli schiera: Maina, Zanello, Martin, Allasio, Zacconi, Giuntoli, Spinola, Baldi, Lattuada, Bo, Silano.
Di fronte la formazione del tecnico giallorosso Luigi Barbesino: Masetti, Gadaldi, Allemandi, Tomasi, Bernardini, Frisoni, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Fusco. Arbitro Bertoli di Vicenza. Partenza fulminante dei padroni di casa, fallo di Gadaldi su Baldi, punizione.
Batte Silano, la sua cannonata non dà scampo a Masetti, è il vantaggio del Toro dopo un solo minuto di gioco. Al 7° inizia lo show di Guaita; Scopelli serve in area e l’attaccante italo – argentino anticipa di testa Maina spedendo in rete, parità.
Alla mezz’ora è Scaramelli a compiere la discesa, si libera di Zanello e cede a Guaita che mette dentro il punto del vantaggio. 41° Roma in percussione, arrivano al tiro Scopelli e Costantino. Maina respinge i due tentativi ma nulla può sulla ribattuta di Guaita che firma così la sua personale tripletta.
Al 25° della ripresa si fa male Allemandi, Roma costretta in inferiorità numerica per una decina di minuti. È il 27°, su azione confusa in area successiva ad una punizione battuta da Allasio, Silano insacca riaprendo le sorti dell’incontro. Venti minuti di sofferenza ma il punteggio non cambia più: 2-3 il finale, ancora Guaita “mattatore” al Filadelfia.
Nella rosa del Torino in quest’annata figura un giovane appena diciottenne di nome Raffaele, ma che negli anni a seguire diventerà famoso come Raf… Raf Vallone.
Sì, proprio lui, il protagonista di numerose importanti e belle pellicole del cinema italiano e mondiale, da Riso amaro del 1949 a Il Padrino Atto III (1990), passando anche per un ruolo da calciatore ne Gli eroi della domenica di Mario Camerini del 1953.
Il popolarissimo attore, infatti, ebbe un passato da giocatore nelle file del Torino con cui, nel 1936, conquistò la Coppa Italia.
La stagione della Roma, invece, prosegue tra alti e bassi, segnati soprattutto dai dissapori interni a cui abbiamo accennato. Arriva un dignitoso quarto posto, ma la squadra di Bernardini & C. poteva ambire a qualcosa di meglio, visto l’organico. Il presidente Sacerdoti è costretto a farsi da parte, il suo posto al vertice della società viene occupato da Antonio Scialoja.
Guaita, insieme ai compagni Andrès Stagnaro ed Alejandro Scopelli, si renderà protagonista di un’incomprensibile e rocambolesca fuga dall’Italia nella notte del 19 settembre 1935, a soli due giorni dall’inizio del campionato.
Un mistero a cui non sarà mai data una spiegazione del tutto convincente.