In casa Roma tiene banco la questione stadio. Il giornalista de Il Tempo, Fernando Magliaro, è intervenuto a Romanews Web Radio per far luce sulla questione. Ecco le sue dichiarazioni:
Cosa rischia la Roma?
“Davanti una posizione espressa in una sede istituzionale come la commissione di ieri, siamo entrati in un momento delicato. Come ha ricordato l’assessore Civita, le amministrazioni in sedi istituzionali parlano per atti scritti. Fin quando Berdini non formalizzerà la modifica del progetto sono chiacchiere al vento. Poi possiamo giudicare le sue parole, tra imprecisioni ed errori. Ha parlato dei parcheggi, opere che rientrano nel modello standard. La gestione dei parcheggi e delle idrovore sono decisioni destinate ad esser prese in carico dalla Roma. Poi mi trovo d’accordo con lui nell’errore di concedere troppa libertà al privato”.
Quanto conviene alla Roma costruire solo lo stadio?
“Per poter ridurre le cubature devi diminuire il volume degli investimenti sulle opere pubbliche. Se ho un minore investimento ho minori cubature”.
Quanto tempo ha Berdini per portare queste modifiche in conferenza?
“Sono domande che non hanno risposte semplici. Stando così le cose noi possiamo esprimere delle valutazioni. La conferenza dei servizi ha tempi stretti e finirà il 5 marzo 2017 per legge. Poi ci sono i lavori veri e propri della conferenza, che durano 90 giorni e sono iniziati a novembre. Ci sono state due sedute. Questo giovedì la seduta è saltata per l’audizione del pomeriggio. Questa parte della lavorazione finisce a inizio febbraio. Abbiamo letto il balletto delle date sulla variante urbanistica, Berdini parla del 6 febbraio parlando dei 90 giorni finali. Quando invece la rappresentate del Comune parla del 19 dicembre come data entro cui votare la variante urbanistica fa riferimento a un limite approvato dalla giunta Raggi, approvato per rispettare la scadenza del 6 febbraio e del 5 marzo”.
E se la Roma non concorda con le modifiche di Berdini?
“La Roma si deve adeguare alle modifiche della conferenza, altrimenti fa saltare tutto. Berdini deve predisporre una nuova delibera in cui cambia i paletti del pubblico interesse, facendola approvare dal consiglio comunale. La Roma potrebbe far causa, ma è un discorso a parte. Al netto delle repliche, l’unica vera strada per trasformare questo progetto è quella di scrivere una nuova delibera, ma i tempi sono strettissimi. La delibera va scritta, proposta, discussa e approvata, ma Berdini deve ancora scrivere la variante urbanistica. Non sanno come e cosa scrivere. Berdini stesso ha detto di non poterla fare perché il rischio causa è altissimo. Ieri ha detto di non esser contrario allo stadio, anche perché non si può tornare indietro in quanto il processo è troppo avanti. Se non seguiranno atti formali rimane solo la posizione di uno studioso di rilievo. I titoli di oggi parlano di una frenata del Comune sullo stadio, quando in realtà è Berdini ad aver frenato, ironizzando pure sugli studi de La Sapienza”.
Il parere di Berdini è solo una minaccia o rappresenta un pericolo reale per il progetto?
“Potremmo considerarla tale, ma ricordiamoci che è comunque un assessore dell’attuale giunta. Se la riunione dell’altro giorno tra la Roma e il Comune fosse stata fatta a luglio, avrebbe aperto un dialogo ben diverso. Più si va avanti più l’arma di Berdini è spuntata. Più si procede più il rischio aumenta, tra cause e richieste di risarcimento. Ogni giorno che passa la posizione della Roma è sempre più forte. Se la Roma fa causa e vince contro il comune, questo rischia quasi di andare in bancarotta”.
Non conviene a nessuno bloccare il progetto…
“Io non sono l’interprete di nessuno, né un assessore. Provo a raccontare questa storia complicata cercando di approfondire al meglio. Poi però, dato che le decisioni non le prendo io, devo contare che può cambiare tutto. Ad oggi non vedo probabile uno stop del progetto”.
E la Regione?
“Il problema non è se condivida o meno il progetto. Zingaretti, ad esempio, è favorevole. La Regione però è stretta in tante norme scritte male. Il Comune compie atti amministrativi che vanno in una direzione, dall’altra Berdini dichiara quello che leggiamo. Una volta a un convegno, una volta a una radio. Il vero titolo di oggi avrebbe dovuto essere ‘Berdini boccia di nuovo il progetto’, perché di novità non ne abbiamo viste. Ieri Berdini ha solo approfondito di più, non limitandosi al discorso delle idrovore”.