Dopo la seconda seduta della Conferenza dei Servizi, è andato in scena un evento legato al nuovo stadio della Roma. Direttamente dalla Facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, il professor Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica, ha tenuto una conferenza dal titolo “Dallo stadio della Roma a una romanella di stadio”. Presente anche Michele Civita, assessore per le politiche del territorio alla Regione Lazio.
Le parole del professor Caudo: “Oggi parliamo di stadio per capire cosa fatto dalla precedente amministrazione (Marino, ndr). Serve più linearità e chiarezza per un argomento come quello di Tor di Valle. Vogliamo che si dicesse di sì come fatto da noi in passato, o anche no ma con coerenza. Sentendo quello che dice chi governa la città, si dovrebbe chiudere tutto. Il 50% dello spazio sarà area verde, il resto sarà diviso tra strutture sportive, entertainment e uffici. La delibera dell’Assemblea Capitolina non può essere non presa in considerazione. Il pubblico interesse è giusto e complessivamente racchiude tanti aspetti, tipo favorire la fruibilità intorno all’area dell’Olimpico. Noi (intesa come amministrazione Marino, ndr) abbiamo aumentato il numero di opere pubbliche e diminuito la cubatura, non è vero il contrario come leggo da molte parti. Nella delibera non c’è scritto che deve essere prolungata la metro B, ma che per la stazione Tor di Valle ci sarà una frequenza di 16 treni l’ora. Non è sostenibile dire che basterà il ponte dei Congressi e quindi non serve il ponte sul fiume. Il bacino di utenti che andrà allo stadio è concentrato nel centro città, mentre la Roma-Lido si concentra sulle aree esterne. Per questo si preferiva la soluzione della metro B, si erano fatte considerazione di carattere trasportistico. Lo stadio avrà tre uscite pedonabili diverse e l’area non è esondabile. Ci sono 10 milioni di euro per mettere in sicurezza il fosso di Vallerano. Se si vogliono evitare i grattacieli, basta che il Comune metta 195 milioni di euro, in totale sono 363 milioni di patrimonializzazione delle opere pubbliche. Questo è merito nostro perché inizialmente il privato avrebbe dovuto spendere 270 milioni e avere più cubatura. Dei 363 milioni di euro, 124 sono a carico del privato, 195 invece sono di interesse pubblico, ma il privato si assume il rischio di impresa della realizzazione degli uffici (torri) ma restituisce il 100% della rendita al Comune, così si torna ai 195 di interesse pubblico”.
17:50 – Apre la conferenza Maria Luisa Palumbo: “L’intento di queste conversazioni è quello di capire meglio l’interesse pubblico di diverse vicende come le torri dell’EUR o lo Stadio della Roma. Oggi si partirà dal lavoro fatto da Caudo quando era assessore all’urbanistica”.