L’allenatore giallorosso, Luciano Spalletti, incontra i giornalisti oggi alle 12 presso la sala conferenze del Centro Sportivo Fulvio Bernardini. Il tecnico di Certaldo presenterà il match di domenica alle 15 contro la Sampdoria.
LA CONFERENZA
“Inizio facile e bello. Florenzi dalla prossima settimana inizia ad allenarsi con la Primavera. Siamo tutti contenti, per il resto tutti a disposizione, a parte qualche problemetto, cose normali”.
Quali le principali insidie domani?
“Conosco Giampaolo da tantissimo tempo. Lo conosciamo, prima di un Lione-Roma ad Ascoli prendemmo una sveglia… Ci vinsero con il gioco, fu il primo messaggio forte sulle doti di Giampaolo. L’ho visto lavorare, ha dato continuità al gioco all’Empoli, ha la stima dei calciatori. Se si va a parlare con quelli che ricevono le indicazioni ti raccontano che tipo di indicazioni vengono date. La Sampdoria è un’insidia, siamo riusciti a vincerne due con grande difficoltà in tutte e due. Abbiamo più qualità, abbiamo sfruttato situazioni, il fattore Roma. Se vai a vedere la lettura della linea difensiva sulla palla ci trovi delle qualità di modo di lavorare che sono impressionanti. Bisogna stare tanto sul campo e sapere come proporle. Bisogna far sapere ai calciatori cosa sono i tempi delle giocate e metterli in pratica. Il trequarti si butta sempre dietro la punta che viene incontro, ti ammucchiano il centrocampo sulla linea difensiva, loro nella ripetitività delle loro esercitazioni riescono a farlo in un attimo e renderlo produttivo in un attimo. Per noi è un momento particolare, non possiamo lasciare punti per strada. Dobbiamo tentare di vincere anche questa ma l’avversario è tosto”.
Sampdoria al sicuro, sono partite che faranno da ago della bilancia?
“C’è un filo conduttore che deve essere uguale per tutti, la professionalità. Dobbiamo lavorare bene se si vuole avere futuro importante. Non sono le amicizie, io ti do e te mi dai, ma bisogna lavorare in maniera seria e i giocatori questo lo sanno. Si vive una volta sola, per renderla una vita importante, bisogna sfruttare tutti i momenti che capitano. E’ quello che possiedi, non il domani. Per avere soddisfazioni e felicità devi vivere intensamente il momento che vivi, penso sia così anche per questi calciatori, che possono permettersi di stare comodi dentro una partita e dare meno di quello che possono dare. Non è il mio modo di ragionare e penso che anche gli altri non facciano così e cerchino sempre il massimo per dare una crescita costante tramite il lavoro quotidiano. Loro li può rendere quella tranquillità che possono giocare, oppure li può fa stare tranquilli fino al punto di poter scegliere dove metterci tutto fino in fondo e dove abbassare un po’, però c’è l’aspetto professionalità”.
La difesa a tre, un errore non esserci arrivato prima?
“Se poi i punti son questi, la somma degli errori vuol dire essere in una buona posizione e sono cose che si possono accettare. Poi ci sono momenti dove non hai quel calciatore a disposizione, non sei a conoscenza di alcune cose. La difesa a quattro si può tornare a fare con la rosa tutta a disposizione. L’essenziale è che la squadra abbia equilibrio. Domani si va avanti così, ora trovano soddisfazione nel non prendere gol. Sono dati importanti, la squadra ha concesso pochissimo e fa tirare poco in porta. Devono trovare soddisfazione in questi numeri, in questa ricerca. L’ultimo gol di Dzeko la palla l’ha data Rudiger, si chiama passante che va verso il secondo palo perché la palla esce sul secondo palo, Dzeko l’ha sfruttato. Nessuno ha dato rilievo al fatto che Rudiger ha fatto un assist importante, per loro la soluzione è quella di non far fare gol agli avversari. In questo caso lo zero è la soluzione a tutto. Si parla molto della difesa della Roma perché non prendono gol, si devono attaccare a questi numeri e bisogna continuare così, siamo nelle condizioni con cinque centrali fortissimi fisicamente e dal punto di vista della struttura di creare sostanza. Bisogna rafforzare questa attenzione su questo lavoro che fanno i difensori. Fra di loro debbono pensare così, non abbiamo bisogno che nessuno ci aiuti, questa è casa nostra e qui si pulisce noi”.
Paredes al centro di molte voci di mercato. Cessione ipotesi concreta?
“Se mi chiedi se io ho chiesto la cessione dico ‘no’. Se poi c’è un’analisi delle dinamiche di mercato e delle volontà che possono essere del giocatore vanno chieste alla società o al giocatore. Io non ho chiesto la cessione di Paredes”.
E’ arrivato Grenier, rinforzo o rimpiazzo?
“Avete scritto bene, era stato seguito per sostituire Pirlo nel Milan, ha avuto un momento di flessione nella carriera Una squadra come la Roma può sistemare velocemente questo contrattempo. E’ chiaro che lo dobbiamo vedere in pratica. Si può fare anche il paragone con Fazio, non ha giocato gli ultimi due anni, poi è venuto qui ed è entrato in punta di piedi, è bello grosso, ha fatto il prepotente con gli avversari e si è meritato tutte le attenzioni che gli stiamo dando. Su questo calciatore nutriamo grande fiducia per il futuro, sono convinto che in poche sedute ritroverà entusiasmo e ci potrà dare una mano”.
Aveva parlato di una singola operazione, si aspetta un altro sforzo?
“All’inizio del campionato noi conosciamo il mercato di gennaio che sarà di riparazione ma non conosciamo in che dose lo andremo a sfruttare o a farne uso. Nel nostro caso, dei nostri calciatori nessuno ha fallito. Nella Roma non c’è niente da riparare, per cui questo fatto che si voglia creare attenzione al mercato lo capisco per la stampa ma noi abbiamo fiducia nei nostri calciatori. Il nostro futuro dipende dai nostri calciatori e sarà secondo me un futuro di quelli che ci possono dare soddisfazioni. Più fiducia gli diamo più roba ci restituiscono. Sono loro che ci fanno essere al tavolo dei più forti, giochiamo con loro e il merito è di questi calciatori. A me sta bene rimanere così, non tocchiamo niente. Poi è chiaro che ci sono dinamiche, valutazioni. Molti calciatori della Roma possono avere mercato, perché sono forti. Dipenderà da quelle che sono le valutazioni della società nel far tornare tutti i conti e da quelle che sono le volontà dei calciatori. Perché poi come ti è successo viene una società e il calciatore ci va volentieri. Tutto il discorso fa parte di queste cose, noi non abbiamo niente da riparare”.
Come si può avere ossessione di vincere e pensare a rinunce sul mercato?
“Penso che ci sia una qualità del saper sostituire, tu non sei l’unico, ci sono sempre dei confronti da fare con quelli che vogliono passarti davanti. E’ la preparazione che fa la differenza quando ti devi confrontare. Questo può succedere. La Juventus ha lo stadio di proprietà e ricavi importanti, bisogna trovare le soluzioni quando ci sono le società che hanno più possibilità. La soluzione non è andare a dire che l’erba del vicino è più verde, io la devo annaffiare bene e diventa verde anche la mia. Bisogna sapere quali calciatori stanno crescendo e quali avranno futuro importante, essere pronti a tutto ciò che passa, che fa parte di questi discorsi qui. Penso che la Roma stia lavorando bene, hai l’obbligo di essere sempre competitivo, non si possono fare anni sotto livello. Qualche volta come successo è stato lasciato partire qualche calciatore ma la Roma ha sempre fatto campionati di livello. Quello italiano è sempre un campionato difficile. Si lavora in maniera più corretta possibile e si cerca di far crescere calciatori, ad esempio voglio fare un complimento a Corriere dello Sport e Messaggero per i titoli fatti su Dzeko. E’ l’esempio concreto di quando si diceva che bisognava andare a cercare altri calciatori che possano essere riferimento di questa squadra come Totti. Bisogna far crescere, dare fiducia ai calciatori che si hanno. Se poi uno vuole andar via bisogna trovarne un altro e dargli fiducia, per quello che è il nostro mondo diventa qualità importante. O sei l’assoluto, ma non siamo unici, ce ne sono altri fortissimi, devi essere competitivo. Non sono le soluzioni solo i soldi o le amicizie, sono le qualità che hai di essere pronto a confrontarti con tutte le insidie”.
Paredes: l’affermazione su Manolas vale anche per lui?
“Il discorso è se la società dovesse mettere i soldi sotto il materasso allora è un conto, se poi ha necessità di vendere per mettere a posto i conti del fair play quello è un altro tipo di valutazione. Lavoro bene con questa società, li vedo fare le cose con impegno. Ho giocatori importanti, allo stesso tempo quelli che hanno scelto sono stati bravi perché sono calciatori di livello. Se però loro portassero i soldi a casa e hanno possibilità di reinvestirli si reinvestono. Se un calciatore chiede di andar via in tutte le maniere diventa difficile tenerlo, ora un calciatore che ci sta malvolentieri qui non ce lo voglio io. Defrel? Mi piace, avendo la possibilità di scegliere, dare tempo a quelli che ho. El Shaarawy è un po’ giù, Francesco l’ho fatto giocare poco. La squadra funziona e ora torna Salah. Ci voleva subito un calciatore per fare queste partite, Salah può darsi anche torni prima (ride, ndr). Ora mi telefona l’allenatore che lo conosco. Paredes non ha manifestato volontà. Io mai avuto niente con lui, tant’è che sono andato lì, a volte si fa uscire un modo di rappresentare una cosa che a volte non è la realtà, di conseguenza dice litiga con Paredes e Paredes va via. Ma io non ho mai litigato, si è allenato bene, ha avuto qualche problemino e qualche volta gli ho preferito De Rossi perché quello è il suo ruolo. Ha questo piede che ti mette a casa tua, ti fa star comodo dentro la situazione. E’ forte, diventerà un giocatore fortissimo secondo me. La squadra ha funzionato, non ha giocato con grande continuità, ma ha fatto la crescita naturale venendo dall’Empoli. Noi ora lo useremo in questo periodo difficile perché abbiamo da giocare tante partite. Lui lì ha la possibilità di giocare con un po’ di continuità. L’infortunio alla caviglia si è protratto”.
Non lo vende?
“Io dico quello che è il mio riscontro”.
El Shaarawy è tra gli scontenti?
“Io penso che ci siano anche equilibri che fanno parte di quello che può essere il carattere dei calciatori. Non è scontento, caratterialmente è fatto così. L’anno scorso ha giocato con più continuità ed è stato fortissimo. Quando lo chiami a far parte della squadra dalla panchina non riesce a dare, è una cosa che deve mettere a posto. Se aumento la competizioni rischio di fare ancora più confusione. Il numero che abbiamo ora è corretto, sono loro che ci hanno portato qua. Il futuro nostro sono loro, abbiamo giocatori forti e facciamogli sentire più fiducia. Non mettiamoli sempre più in competizione, a El Shaarawy e Totti voglio dare più minutaggio. Quando ritorna Salah se vuoi giocare alla stessa maniera, poi che fo’? Per farli giocare tutti ci vuole un’altra partita. Potendo scegliere voglio far sentire più fiducia a quelli che ci hanno portato a sedere a questo tavolo qui”.
Profilo per il centrocampo: Kessié piacerebbe?
“Dalle mie parti si dice ‘di molto’” (ride, ndr)”.