Domani la Roma sarà impegnata nell’insidiosa trasferta di Crotone. Poco prima della partenza in terra calabra, il mister giallorosso Luciano Spalletti ha tenuto stamane la classica conferenza stampa a Trigoria. Ecco il resoconto:
“Bollettino medico: Florenzi continua il lavoro per ritrovare la condizione ottimale per stare con noi e Francesco ha avuto un problema intestinale e non parte. Si è fatto visitare ed è tornato a casa per un inizio di influenza”.
Il ritorno di Salah cambia qualcosa?
“Dipende dalla partita, dall’avversario dalla situazione nello scorrimento della gara. Poter cambiare è un vantaggio, anche giocare allo stesso modo perché ti permette di lavorare sui concetti andando a ritrovare un riferimento in quello che vuoi fare in campo e qualsiasi esso sia, attaccare o attesa. Esser pronti anche a fare qualcosa di diverso e anche a usare la qualità e l’intelligenza dei calciatori è un’arma in più. Se riesci a cambiare e a lavorare tutti i concetti di cambiamento in maniera corretta è l’ottimale”.
Sarà difficile la partita?
“Sì anche perché col Crotone non ha avuto vita dura solo la Juve, altre squadre hanno sbloccato il risultato all’ultimo, anche il Milan in casa mi sembra, neanche a Crotone. Il fatto che Nicola sia lì a fare il suo lavoro, è uno che lavora bene, manda segnali giusti alla squadra, la tiene viva nonostante la classifica. Bisognerà essere forti, vuol dire che sa quella che è la sua strada e non va a pensare della forza dell’avversario. Sa quello che deve mettere per vincere. Anche perché poi, la sintesi di tutto, se noi perdiamo col Crotone o non vinciamo ha fatto risultato e han vinto la partita la Juve e il Napoli. I nostri avversari hanno tutti gli stessi colori, hanno tutti le maglie azzurre e bianconere perché ci stanno davanti. Qualsiasi punto perdiamo li perdiamo con loro non con i nostri avversari”.
Mster, per lei è un mese decisivo?
“Sì, e ci stiamo arrivando bene. La squadra è in condizione come ha fatto vedere l’ultima, ha ritrovato calciatori che ci permettono cambi e son sicuro che riusciremo a mantenere lo stesso livello di rendimento qualche volta dovendo cambiare squadra, per lo meno far riposare qualcuno. Lì è il numero che ti ci vuole, non il giocatore, e il numero deve essere di grandissima qualità”.
Le parole di Nainggolan?
“E’ semplice, nel senso che dal mio punto di vista so quello che succede e quelle che sono le insidie alle quali si va incontro. Come da un punto di vista vostro è evidente che quello che fa sul campo, la garra, il temperamento, il non togliere mai la gamba è sotto gli occhi di tutto. Lo conoscete bene, è un bravissimo ragazzo e la garra e temperamento è insieme alla lealtà e correttezza. Per me va quello di immagine e di quello che è Radja Nainggolan non due bischerate dette a delle persone fuori dal bar che poi iniziano il discorso. Quante volte sono passato dal cancello e mi chiedono ‘Mister, compie gli anni un mio amico: gli si dice che la partita finisce 3-0?’. La disponibilità di un ragazzo con sportivi che fanno finta di essere della Roma e si ferma a parlare. Non interessa a nessuno. Interessa vedere quello che dice: due bischerate a due persone, rivelate poi due sciacalli, che possono anche aver manipolato il video. Non si vede l’inizio e sono loro che lo portano su quel discorso lì. Quante volte siamo con amici e si prende riferimento l’obiettivo comune, la Juve e ora anche il Napoli perché ci è davanti. Si vuol far apparire e sciacallo è anche chi le usa in maniera distorta. Si vuol far apparire una faccia del ragazzo che non è quella reale. Il ragazzo è pulito e voi lo sapete bene perché ci avete a che fare sempre. A me rimane quella lì di immagine come è rimasto nello spogliatoio: quando è entrato tutti a scherzare e ridere, subito questo senso che mi aspettavo di protezione che tanto sapevano che piega sarebbe stata data all’episodio. Si cavalca per far male, sono quelli che vogliono vedere la nostra sconfitta. Non siamo una accozzaglia di giocatori messi in un luogo, siamo una squadra con uno spirito comune, quello che prende qualcosa di quello che ha accanto. Di tutte le cose che succedono. Situazione normalissima, perché sappiamo la provenienza, la manipolazione, la volontà di far male di qualcuno ma a noi ci interessa la partita di domani“.
Il suo obiettivo?
“Mandare messaggi forza per mentalità e vittoria. Lavorare al massimo e cercare di cercare di trovare una soluzione all’ossessione che ho e trasferirla la mia ai calciatori. Di conseguenza anche vincere possibilmente perché ad esempio De Rossi quello che ha detto lo devo ribaltare il concetto per fare un altro esempio. Sono io che devo meritarmi la Roma, non lasciarmi scappare la Roma, non devo firmare. Per far questo devo cominciare a mandare messaggi forti e vincere qualche cosa. Me la devo meritare, non me la devo lasciare scappare, non lasciare scappare la possibilità importante che abbiamo essendo dentro questo posto magnifico. E’ una cosa da preservare questo luogo qui, non è l’ambiente malfamato. Una cosa da cartellare come i giardini con i fiorellini e state attenti a non calpestare. Manteniamolo così”.
L’obiettivo minimo?
“Te ne ho detti più di uno. Messaggio forte: far vedere che siamo un marchio, quando arriviamo noi arriva la Lupa pronta a sbranare palloni per vincere la partita. Quello è il timbro e si guadagna lavorando, trasferendoci l’obiettivo comune tutti i giorni. Quella è la cosa che ci interessa. Abbiamo questo desiderio qui, poi anche altri, ma questa ce le mette a posto tutto le cose che viviamo giornalmente”.
Come si spiega che un giocatore che fa la vita di Nainggolan rimane spesso il migliore in campo?
“Che vita fa? Mi chiamate Radja? Lei conosce molte cose e voglio sapere se sono vere”.
E’ comunque spesso il migliore in campo?
“Fa la vita regolare. Meglio di tutti. Va più forte, quella sera era quella libera, io ne do una o due e dipende dal tipo di frequenza di partite che ci sono. Uno li consuma come vuole, ci sono regole interne che non si mettono fuori dalla porta perché fanno parte del rispetto che abbiamo tra noi, quello che deve essere un patto corretto per i nostri obiettivi e lui ce li ha come tutti la correttezza verso i nostri patti. Radja fa una vita corretta, se vuoi vedere il tipo di vita si vanno a vedere un paio di settimane di allenamenti in Russia e ti accorgi che è da studio. Sono abituati ad andare più forte e ti accorgi della risposta. Sanno benissimo alternare e abbinare benissimo il momento e poi Radja è quello che l’equilibrio lo trova nel forte sempre. Uno lo può trovare facendo pochino di questo, mangiando pochino, bevendo pochino, pochi baci. Invece uno prende e mangia di molto, beve di molto, i baci c’è di molto e ritrova l’equilibrio lo stesso. Un equilibrio altissimo ma sempre equilibrio. Lui è di questi”.
Queste polemiche danno pepe al campionato?
“Non lo so, so che capitano tutte le settimane e ci siamo abituati che poi possono risuccedere. Staffelli è pronto a portare tapiri in giro. Per il resto se tolgono o no attenzione non lo so, so quelli che sono i nostri obiettivi, la nostra disponibilità a guardare la nostra classifica, quello che è importante. Le altre cose non mi interessano, la stampa deve essere attenta e più brava di noi a proporlo e metterlo in superficie e evidenza. Bisogna stare attenti a dare rilevanza a cose davvero importanti. Le letture in un episodio come quello di Radja possono essere anche totalmente diverse e dipende dalla volontà. La volontà di qualcuno è sotto gli occhi di tutti. Se sono nemici si vede se ti mettono in prima o ottava pagina. E’ il voler far vedere quanto ci tengono ai tuoi risultati”.
Che ne pensa dei derby in notturna? E Nura che fine ha fatto?
“E’ lì che segue la riabilitazione e ora sta trovando soddisfazione nel lavoro, si è cominciato ad allenare abbastanza bene. Hai fatto bene a farci accorgere di non dimenticare niente. E’ una fiducia il derby di notte che non dobbiamo disperdere. Fiducia che ci danno perché sono stato a qualche riunione all’università con Gabrielli e dice cose giuste, ci dobbiamo comportare bene allo stadio e fare cose corrette per far venire sempre più gente, per farli essere sempre più belli e spettacolari. Mi sembra facile dover parlare di quello che loro provano a fare e del messaggio che dobbiamo recepire correttamente, impegno totale da parte di tutti. Tento di metterci qualcosa di più, una volta nella riunione con i calciatori vedo uno che fa diversamente e io vado lì e lui mi dice “non mi faccia giocare se vuole ma io tengo il cellulare acceso e parlo con mia moglie e i miei figli fin quando non sono seduti allo stadio”. Lui non spegne il cellulare. Questo clima di tensione che si crea fuori lo è anche per i calciatori, non stanno tranquilli, non fanno venire le mogli per paura che gli succeda qualcosa e chi le fa venire è preoccupato. Se c’è la fila, e questo era il capitano della squadra, e non arrivano io non vado a scaldarmi se non sono in contatto altrimenti io non entro dentro il campo. Fino a che i miei figli non sono in tribuna non entro in campo e non gioco. E’ giusto così, quel clima non deve esserci. In questo senso di alzare il livello di sentimento verso il divertimento, la correttezza e lo spettacolo lo vivono anche i calciatori che sembrano al di fuori ma sono dentro. La dobbiamo far finita, ci vogliono stadi nuovi come abbiamo detto perché devono venire le famiglie. Bisogna andare a vedere cosa succede in Germania e Inghilterra. Dove sono più bravi bisogna sapere imparare. E’ quello lì, è semplice”.
Lo stile Roma?
“Sono contento di quello che vedo. Sono a mio agio dentro gli spogliatoi, quando vado via la sera tardi la gente lavora e ci passo tanto tempo qui. Vengo presto e vado via tardi, faccio tutte e due. Vedo molte situazioni, non comando su niente ma voglio controllare quanto posso. Voglio vedere il modo di lavorare e vedere voler bene a questa squadra e questi colori ed è un modo corretto quello che c’è. Il presidente crea sempre cose nuove per migliorarsi e andare avanti, ci sono centinaia di persone che lavorano in maniera seria e ci fanno trovare a posto tutto il possibile. C’è un dietro le quinte di qualità, arrivano sempre prima questi che lavorano con noi e ci fanno trovare tutto preparato: è giusto così, dargli importanza. Lavorano per questi ragazzi che vanno in campo, questi ragazzi stanno facendo vedere di essere seri, corretti, persone per bene. Sono cresciuti i giocatori ed è fondamentale che oggi ce lo metto io. Il discorso era su Francesco, su Totti era il discorso e noi siamo abituati a lui perché non abbiamo trovato uno uguale ma dobbiamo lavorare per trovarlo è quella la crescita, due o tre come lui. Dzeko è vicino a essere uno come lui, Strootman è uno come lui, De Rossi c’è, Fazio è una persona bellissima, Ruediger fa vedere che è attaccato a questi colori e mette tutto per vincere le partite. E’ evidente, si vede ed è lì. Sono tutti segnali positivi. Se a me domandassero se voglio cambiare giocatori: non cambio niente con nessuno. C’è da migliorare un po’ la mentalità, sulla quale stiamo lavorando. Quando si arriva qui dentro il livello è questo e non si scende di un centimetro. A quelli che arrivano si fa vedere di che livello siamo e dove vogliamo arrivare. Non guardiamo cosa succede, succede tutto quello che vuoi ma da qui in su, da qui in giù non succede niente”.