Commento realizzato da Nicola, 25 anni, Cantalupa (TO)
SAMPDORIA – ROMA 3-1
Cambia l’allenatore, non il risultato. Solita Roma.
Non è bello andare sempre contro allenatore e giocatori e la storia del rispetto verso la maglia è una chiacchiera da bar, che non ha nulla a che fare con questo calcio professionistico.
“Professionistico”, perché oggi oltre a mancare la voglia, la grinta e l’amore per questi colori è mancata soprattutto la professionalità.
Giocatori distratti, svogliati e a tratti irritanti. Si salvano in pochi, Lamela e il Capitano; solo un caso che la miglior partita del 2013 per l’argentino venga fatta sotto gli occhi del c.t. argentino Sabella? O forse questi giocatori hanno solo interessi personali? Cos’è passato nella testa di Osvaldo per strappare dalle mani di Totti il rigore del possibile pareggio? Perché in quel momento Francesco Totti non era Francesco Totti, non era il capitano della Roma, in quel preciso istante quello che stava per battere il rigore era soprattutto e semplicemente il rigorista della squadra. Allora Osvaldo stava pensando a pareggiare la partita o solo ed esclusivamente a fare gol?
Dobbiamo porci delle domande su cosa sia la professionalità in primis, e poi l’amore e il rispetto per la propria squadra.
Di sicuro il bene della Roma non è questo. Il bene della Roma non è un colpo di tacco, un dribbling o un tiro da 30 metri. Il bene della Roma è come un tackle, grinta e sudore. Il bene della Roma sono 11 professionisti che oltre al loro impegno devono mettere Cuore e Volontà. Ma ad oggi la Roma non è niente di tutto questo.
Ancora una volta la Roma sono soprattutto i tifosi e la loro passione.