Ormai è diventata una tradizione quella di essere estromessi dalla più importante competizione europea. Ma questa volta siamo usciti con largo anticipo manifestando, come sempre, un’incomprensibile timore verso l’avversario di turno. Il Porto non è tra i più affermati e celebrati club, ma solo una normale squadra di calcio abbastanza organizzata, sufficientemente tecnica e fortemente determinata.
Ma questa volta abbiamo messo in campo, oltre alla solita atavica paura, anche una inaspettata follia quasi collettiva alla quale ha partecipato, incredibilmente, anche la gestione tecnica.
Inutili falli da espulsione diretta, ovviamente sancita, in zone del campo totalmente anonime. Sostituzione di giocatori con altri che, seduti su quella panchina, risultano degli abusivi. Eppure era presente uno, inutilizzato, che di partite ne ha risolte tante e la sola entrata in campo avrebbe angosciato gli avversari. Ma, forse, in 9 contro 11, è stato un bene (per lui) non essere schierato.
Da ultimo, la macabra passeggiata dell’estremo difensore che sarebbe dovuto uscire negli spazi di sua competenza in occasione del primo gol subito.
Certo il Porto ha avuto vita facile giocando contro una squadra dove solo tre o quattro elementi hanno disputato una vera partita.
Forse sarebbe necessario, oltre agli allenamenti atletici ed alle sedute tecnico-tattiche, gran parte dei nostri fossero sottoposti a terapie psichiatriche.
In due interi incontri, siamo stati la vera Roma solo nella prima mezz’ora del primo; troppo poco per avere ambizioni extraterritoriali.
Personalmente vengo assalito da disagio quando vedo che il nostro portiere viene ripetutamente chiamato in causa, non dagli avversari, in quanto sta li proprio per questo, ma dagli stessi compagni ed al termine della partita ha giocato più palloni di un centrocampista o di un attaccante.
Ma noi tifosi, sempre con affetto e rinnovate speranze, continuiamo a manifestare immensa ed assoluta dedizione ai nostri colori.
Cosa altro potremmo fare?
Ingoiamo nuove amarezze e, aspettiamo, pazienti e fiduciosi che qualche dolce per il palato possa arrivare dal campionato, dalla Coppa Italia, dall’Europa Leage.
Buona Roma a tutti i Romanisti
Dario ’40