Una sola carta da 2 miliardi di euro. Come scrive La Repubblica (M. Pinci), la Roma si gioca tutto con l’opzione legale e rimane stupita non tanto dallo slittamento a domani dell’appuntamento con la sindaca Raggi, quanto con la volontà di Grillo di spostare lo stadio in un’altra area.
“Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall’incontro in programma venerdì. In caso contrario, sarebbe una catastrofe per il futuro della AS Roma, del calcio italiano, della città di Roma e francamente per i futuri investimenti italiani”, scrive il presidente americano James Pallotta, pronto a spostare l’asse dal Campidoglio al tribunale. Una causa da oltre un miliardo, visto che l’Avvocatura ha stimato il valore in 400 euro a cittadino, da moltiplicare per 2,8 milioni di romani. A cui aggiungere mancate entrate fiscali per 840 milioni e circa 200 milioni di opere pubbliche in fumo. Ovviamente, con la partita politica ancora tutta da giocare, cade in secondo piano l’eventualità di richiedere alla Conferenza di Servizi una ulteriore proroga di 30 giorni (complice anche l’apposizione di vincolo della Soprintendenza).
Intanto il dg giallorosso Mauro Baldissoni rincara la dose: «Sullo stadio dette una quantità industriale di sciocchezze». E online compare anche un manifesto, che avverte: “Se non si farà lo stadio, le piazzate degli adepti grillini contro il progetto diventeranno una barzelletta rispetto a quello che faremo noi. Romperemo tutti i giorni perché l’area ridotta a discarica sia riqualificata così come previsto dal progetto. Senza stadio, senza torri, ma l’area deve essere riqualificata e dovrete farlo voi. E se non lo farete dimostrerete al mondo chi siete. Vi staremo col fiato sul collo, non avrete più scuse e prima o poi arriveranno le elezioni”.