Dopo la larga vittoria in Europa League contro l’Astra Giurgiu, la Roma tornerà a fare sul serio domenica sera nel posticipo contro l’Inter di Frank De Boer. Il tecnico giallorosso Luciano Spalletti ha presentato la sfida dell’olimpico in conferenza stampa, ecco le sue parole:
“La situazione per quanto riguarda gli indisponibili riguarda solo Vermaelen, che dobbiamo far ricominciare sul campo e verrà fatto la prossima settimana. Poi dipenderà dalla risposta del lavorare in pratica nelle situazioni reali sull’esercitazione”.
L’Inter ha alternato prestazioni buone a meno buone, è più difficile preparare gare contro squadre di questo tipo?
“Noi fino a questo momento non è che abbiamo dato segnali ben precisi, lo stesso problema potrebbero averlo loro. Diventa fondamentale far bene noi, far vedere il livello di squadra raggiunto, di assieme, di gioco, di riconoscimento delle situazioni della partita. Secondo me ultimamente ci stiamo allenando bene, siamo sulla strada buona. Dobbiamo concentrarci su quel che possiamo migliorare e dare un’occhiata agli avversari. Che sono avversari forti, l’Inter è forte come la Roma. E prima o poi farà vedere tutto il suo valore, c’è da stare all’erta”.
La Roma ha segnato 14 gol, ma ne ha subiti 8. Cosa manca per trovare equilibrio?
“Mancano una serie di comportamenti o di numeri che non sono quelli di cui si accorgono tutti e su cui si basano tutti. Perché poi ci sono delle cose che sono importanti come la gestione della palla, come i gol, come gli assist, poi ci sono quelli che non conoscete, che non vi interessano, ma che danno una risultanza importante sull’equilibrio, come i raddoppi di marcatura, la chiusura delle linee di passaggio, l’andare oltre la linea difensiva. Sono numeri che non vedo mai scritti sui giornali, ma che egualmente hanno un’importanza notevole sulla gestione della partita. Forse per fare una sintesi, molti non sappiamo cosa succede dove non c’è la palla, è una cosa altrettanto importante rispetto a dov’è, dove tutti si viene attratti”.
Troppa fugacità sui giudizi su de Boer?
“Io non lo conosco, lo conosco pochissimo. Così a prima occhiata mi sembra una persona seria, molto professionale. Poi, una società come l’Inter se sceglie un allenatore sa chi va a scegliere, si sa il modo di lavorare di una persona all’interno di un gruppo, i dirigenti lasciano segnali di apprezzamento o no. Lui va lasciato lavorare, ha iniziato ora. Ha già fatto vedere cose importanti, ha avuto prese di posizione scomode dove evidenzia una sua personalità, una sua sicurezza sul proprio ruolo. Secondo me, poi, farà vedere il suo valore. Lo sapete meglio di me, ci sono situazioni che riguardano delle tempistiche che non collimano, abbiamo bisogno di far uscire delle notizie tutti i giorni, questo poi non combacia col progetto di lavoro. Dentro, bisogna che accadano delle cose e viene fuori qualsiasi cosa e si parla da una settimana dove si dice che non è capace a un’altra dove è un fenomeno. Questa è una necessità di dover chiudere giornalmente delle notizie a differenza di una scelta di cultura che sarebbe diversa”.
C’è un problema di dipendenza da Totti? Può farlo giocare ancora con l’Inter?
“Secondo me è giusto non dare vantaggio all’Inter, la formazione non si dice. Purtroppo poi si passa dal fatto che a giugno volevate fargli fare il tour dell’ultima partita e adesso siamo a chiederne la riconferma da titolare. Secondo me se si stesse a metà e si ragionasse più tranquillamente si troverebbe la soluzione, come io cerco di trovare. Fino a questo momento mi sono sempre comportato come ho detto e continuerò a farlo. Ci sono quei numeri che non conoscete, io ne so anche altri, tra 1 e 2 ci sono 1,1, 1,2, 1,12, 1,24, 1,78, io ne so anche altri”.
De Boer sta tentando di far giocare l’Inter per dominare la partita, questo è un vantaggio o una preoccupazione?
“Dipende se sapremo sviluppare il nostro gioco. Io preferisco essere attaccato, se sono bravo ho spazio dietro la linea difensiva. Ma se ti attaccano forte e bene subentra timore e la palla può essere persa. Dipenderà dall’intensità, dalla velocità e dalla capacità di trovare idee. Bisogna essere pronti a tutte le fasi di gioco portate con diversi tipi di velocità”.
È mai stato vicino ad allenare l’Inter?
“Non ne ho parlato e non ne parlo, ho allenato le squadre che si sono interessate a me e sono contento di quello che ho trascorso. Tutte cose che mi hanno dato moltissimo e che spero possano ricapitarmi per migliorare ancora o per vivere altre emozioni”.
I numeri che non vediamo sono ottimi, buoni o scadenti? Se sono buoni come spiega il distacco dalle prime?
“Siccome mi avete presentato a supporto di indicazioni date dei numeri, poi ci sono altri numeri che sono i raddoppi di marcatura, se noi ne facciamo tanti vinciamo la partita. Se copriamo più linee di passaggi, riconquistiamo più palloni, sono numeri corretti, non si offenda. Non mi soddisfano, non abbiamo un equilibrio forte di squadra, non siamo al meglio delle addizioni di tutti questi numeri. Non ho mai sentito parlare di quante volte va di là la linea difensiva, Salah è uno dei più bravi come Callejon del Napoli ad attaccarla. Callejon è il più forte di tutti, Salah è molto bravo. Quando hai uno che ci va 20 volte è importante per quello che la sa mettere, una volta ce la mette. La Juventus ha più numeri di tutti, deve ancora migliorare, secondo me la Juventus migliora. Bisogna saper sfruttare tutte le situazioni, perché non ripassano. Le partite che giocheremo ora non ci ricapitano”.
Ha utilizzato Totti negli ultimi 20 giorni più che nei 5 mesi precedenti. È un altro Totti o un’altra Roma? Totti non è nelle condizioni di giocare partite ad alta intensità?
“L’ho detto da subito, per me diventa fondamentale la gestione della squadra. Lui ha fatto bene ed è stato più preso in considerazione. Se scrivevate che doveva smettere, anche voi involontariamente fate riferimento a età e gestione, nessuno si è domandato di vedere quello che fa e valutare poi. Quello è il risultato. Nonostante vada gestito è dentro la squadram, fa le cose che fa la squadra. Naturalmente valuto le altre cose a cui alludevate dicendo che quest’anno avrebbe smesso”.
Lei non è preoccupato dal fatto che una squadra giochi bene solo con Totti?
“Mi fa solo piacere quando la squadra migliora, se devo essere preoccupato per qualcosa io sono preoccupato per il resto della squadra. Perché secondo me Iturbe ha preso una punizione importante, quella del 2-0. Iturbe non viene menzionato da nessuna parte, non gli viene dato merito di aver saltato un avversario e preso un cartone in una caviglia. Non gli viene dato valore per situazioni che altri sviluppano e che sono importanti. È per rafforzare la solidità mentale dei compagni, se Totti fa più giocate, gol, tutto, sono contento e lo tengo presente, valutando quello che ritengo sia giusto che possa dare. Lo faccio io, non potete farlo voi”.