Il tecnico giallorosso Luciano Spalletti si appresta a presentarsi per quella che potrebbe essere la sua ultima conferenza stampa sulla panchina giallorosso. Tra qualche giorno si saprà meglio quale sarà il suo futuro, futuro che però a oggi non può che essere quello della partita di domani contro il Genoa, che oltre a sancire l’addio di Totti con la maglia giallorossa, sancirà anche chi tra Roma e Napoli arriverà al secondo posto e quindi accesso diretto alla fase a gironi della prossima Champions League.
Quali sono le insidie maggiori che presenta la partita di domani in una giornata particolare?
Sono sempre le stesse le insidie maggiori, che la testa venga portata su un altro tipo di attenzione ugualmente bellissimo, lucentissimo, ugualmente importante e si perda di vista quello che deve essere l’obiettivo primario. Sennò che festa sarebbe se non ci fossero i tre punti? Per cui la prima cosa è da ricordare che noi dobbiamo fare questa partita nella maniera corretta.
Ripercorrendo mentalmente la stagione, in cosa la squadra è cresciuta di più?
Di confronti ce ne sono stati tanti. Forse la cosa fondamentale che poi è quella che io gli ricorderò è di aver usato la strategia che ogni volta si riparte da zero. Quando poi ti abitui a vincere, quando vinci, aumenta il film della tua persona, del tuo ego. E spesso succede che poi diventa più in io che ‘noi’. Se ogni volta che vinci una partita riesci a far ritornare che c’è da ripartire da zero quella è la migliore medicina per arrivare a degli obiettivi. Involontariamente il meccanismo che poi si consuma è quello che ti ho detto prima. Il ripartire da zero tutte le volte è stata la qualità di questa squadra.
Totti domani gioca dal primo minuto?
Totti giocherà un bel pezzo di partita e giocherà il pezzo più importante secondo me.
Cosa significa, cosa rappresenta questa che è l’ultima partita con la Roma del giocatore che ha fatto la storia del club?
Significa essere fortunati, perché io ho avuto la possibilità di apprezzarlo non solo quando c’è stata la partita, ho avuto la fortuna di vedere la qualità del suo piede, delle sue giocate. Di accorgermi in ritardo delle sue intuizioni geniali, di anticipazione, di giocata, di lettura prima che uno se ne accorga. Sono fortunatissimo. Poi c’è anche qualche altra cosa che lo riguarda, nel senso che io l’ho visto segnare per tante volte. Poi dipende cosa il suo sentimento gli dice di fare. Vorrei sentirlo contento di quella che è la decisione da prendere sul suo futuro.
Domani sarà l’ultima di Totti, sarà anche la sua ultima o aspetterà il presidente?
Noi bisogna arrivare in fondo come ci siamo detti. Abbiamo la possibilità, mi sono appuntato che in questa partita c’è tutto quello che stiamo cercando da un anno. Bisogna essere bravi nella coerenza di quella che è la strategia di lavoro. Bisogna fare ‘festa’ sennò la festa ce la fanno gli altri, il Napoli a Genova contro la Sampdoria non mollerà nulla. Di questi calciatori ci possiamo fidare, questa è una squadra da Roma. Tutte le volte ha fatto vedere poi il proprio valore.
In questa sua seconda esperienza, qual è il pensiero, il ricordo che lo lega di più a Francesco Totti e quella che magari le può aver dato fastidio
Il pensiero che mi lega di più a Francesco è quello della qualità, della forza del giocatore. Della personalità quando entra in campo, perché poi una qualità fondamentale per il calciatori, si va a prendere poi in esame quelle che sono le cose visibili, la velocità, la tecnica, ma ce n’è un’altra: il carattere. Quando sei in una situazione dove tutti ti fanno sentire scomodo, tu prendi e fai vedere una cosa contraria, che qui comando io, datemi una palla sui piedi e vi faccio vedere io. Qui siamo colpevoli tutti, perché lo abbiamo un po’ creato questo grandissimo calciatore che può ricoprire qualsiasi situazione che lo riguardi. Totti ne ha molte di queste qualità. In qualcuna bisogna che lui faccia ancora profondità delle conoscenze più approfondite, perché essere capitano di una squadra vuol dire donare anche agli altri. Probabilmente lo ha fatto ma non gli è arrivato lo stesso messaggio. E’ sempre stato messo davanti in qualsiasi performance, magari annullando quella che è la qualità di un altro calciatore. Da un punto di vista di una tifoseria dovrebbe essere un po’ sviluppata. La Roma deve vincere, non ci possiamo accontentare che ha vinto lui, deve vincere la squadra. Lui da solo non basta, è un po’ quello che è successo. Siamo qui sempre a dire le stesse cose, che la Roma non ha vinto niente e quindi c’è dentro anche quello che è stato il comportamento di Totti, anche se lui dei numeri importanti l’ha fatti. Anche questa potrebbe essere una chiave, non che nello spogliatoio ce l’hanno con me. Per far capire meglio, tu mi tiri dentro questo discorso e poi si scrive che io ce l’ho con Totti. Lui sbagliò in una stagione 6 rigori di fila, tutte le volte D’Ubaldo titolava “il prossimo lo ritiro io”. Secondo me quando un calciatore sbaglia tre calci di rigore si può cominciare a parlarne del fatto che anche uno di personalità. Se non trovi quello che lo vuol battere diventa poi una situazione difficile. Totti è un dono che c’è stato fatto, a tutti quelli che amano questo sport e che tutti hanno potuto usare e hanno potuto vedere. Vogliamo tutti bene, poi ogni tanto Totti viene usato per altri fini. Lasciategli fare a Vocalelli una prima pagina che vorrebbe sennò diventa acido, diventa velenoso. Vuol far vedere che gli vuole bene ma poi è quello che lo usa. Crea dei problemi al di la’ di quelli che ci devono essere, menomale che poi si è ricreduto. Lasciategli fare il titolo che vuole in prima pagina.
Sull’Inter
Io tento di fare le cose migliori per domani, come ho sempre fatto. Se non vinco vado via, perché in quel momento li il mio rapporto con la squadra prevedeva che io dicessi quelle cose lì. Si tenta poi sempre di andare a mettere un po’ di veleno. Noi si tenta di remare tutti verso la stessa direzione, che è quella del fare sempre più grande la Roma, e in questo momento qui c’è l’attenzione nel vincere questa partita qui. Tutti i giocatori domani entreranno con la determinazione giusta per fare risultato.
Nel caso in cui dovesse andare via la Roma sarebbe costretta a prendere il 14° allenatore in 14 anni. E’ complicato vivere in questa città?
Non è complicato, si può lavorare benissimo, l’essenziale è riuscire a fare chiarezza che si lavora tutti nella stessa direzione. Siamo un corpo unico, gli allenatori si cambiano. Leggo dei nomi, ho letto dei nomi. Sono situazioni che si possono fare, fa parte dell’intuizione della professione che facciamo. Non so se la Roma avrà cambiato allenatore il prossimo anno. Noi ci rincontreremo in settimana. Domani c’è da dare spazio a quello che succede, qualche cosa dico, ma se Francesco dice che è l’utlima c’è da dare spazio a Totti, poi ci si rivede lunedì, martedì, anche per parlare con la società.
Il futuro è domani. In questi giorni avrai letto tutte le considerazioni sul tuo futuro. Questo nel tuo modo di gestire l’ultima di campionato ti ha dato fastidio? Come hai vissuto?
E’ un po’ quello che dicevamo prima. Queste cose si affrontano nella prossima conferenza stampa. Io ho fatto vedere, che nonostante il campionato che è venuto fuori, la squadra lavorando in maniera corretta e facendo risultati importanti, che ognuno fa apparire come vuole, questa è una squadra di grande valore. Ho avuto la fortuna di allenare dei campioni. Ahimé devo dire le stesse cose: se non ho vinto un titolo la colpa è la mia. In questa partita qui, se succedesse per caso che si riesca a vincere si è rimesso tutto a posto, nel senso che si è fatto vedere soprattutto questo fatto dell’andamento della stagione. Gente come Vermaelen, Alisson, Gerson, sono giocatori che non ho mai fatto giocare. Sono loro che devo ringraziare. Che domenica bisogna vincere lo sanno tutti, poi bisogna far vedere quello che hai dentro per il tentativo di vincere. Continuano ad allenarsi nella stessa maniera, perché tutti siano svegli a mantenersi il posto. Quelli che ho fatto giocare non ho da ringraziare, quelli che ho fatto giocare poco va a loro il mio pensiero. Abbiamo avuto a che fare con giocatori professionisti e uomini veri.