Nel giorno del compleanno del Capitano, la Roma pareggia in casa contro i bianconeri, la prima della classe. Se qualcuno ce lo avesse detto prima della gara probabilmente lo avremmo preso per pazzo, ma questa partita non è e mai sarà come tutte la altre, anzi rappresenta il derby per eccellenza, dopo che dai tempi di Dino Viola la storica rivalità si è acuita in modo irreversibile per il popolo giallorosso.
E i tentativi di riavvicinamento nel tempo tra le due società con caffè organizzati da sindaci o con la convergenza di interessi economici e/o di strategia politico/sportiva non sono certo serviti a colmare l’infinito divario che separa le due tifoserie, con la loro storia e la loro filosofia di vita.
E’ l’eterna lotta del bene contro il male e quella di domenica sera sembrava quasi una sorta di Davide contro Golia e solo per poco la piccola Roma, guidata dall’inadeguato, inutile, senza esperienza ed improvvisato Paulo Fonseca non è riuscita a battere la grande corazzata Juventus con al timone Andrea Pirlo, cioè il più grande tecnico di tutti i tempi, colui che rivoluzionerà per sempre il concetto di allenatore di calcio elevandolo alla stregua di uno stratega ispirato da divina illuminazione.
Nella settimana che ha preceduto la gara mai si è parlato della partita, ma solo della figuraccia fatta dalla Roma a Verona, col vergognoso e dilettantesco (questo sì) errore su Diawara (…)
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