Olimpico. Arrivano i rilevatori biometrici. Feliziani, Stradiotto e Masucci in coro: “Per i tifosi non cambia nulla”.

Novità allo stadio Olimpico di Roma per il campionato. Come riportato da repubblica.it, già dalla prima giornata, Roma-Udinese prevista sabato 20, i tornelli d’ingresso saranno dotati di nuovi sistemi tecnologici, ovvero rilevatori di impronte biometriche. In sostanza nulla cambierà per i tifosi che andranno allo stadio. Una telecamera, come già avveniva negli anni passati, davanti ai tornelli li immortalerà. La cosa diversa da questo campionato, è che all’occhio elettronico sarà associato un software che catturerà i dati biometrici: distanza degli occhi, lunghezza del naso, spessore delle labbra. Una volta dentro lo stadio se dovessero verificarsi episodi di violenza le telecamere all’interno dell’Olimpico in azione confronteranno l’immagine con quelle registrate ai tornelli. In quel caso le forze dell’ordine, rielaborando i dati, avranno la capacità di risalire all’identità del colpevole o comunque lavorare su un ventaglio di cinque identikit. A riguardo sono intervenuti:

Franco Feliziani, responsabile della biglietteria della Roma, all’emittente radiofonica ufficiale del club giallorosso:

Cos’è il rilevamento biometrico?
“Un sistema di sorveglianza. Da la possibilità di riconoscere una persona dalle caratteristiche del volto. Questo consente un controllo più rapido per le forze dell’ordine, per esempio riconoscendo subito eventuali sospettati di terrorismo”.

Cosa cambia per i tifosi?
“Nulla. Si accede con le vecchie modalità. È un sistema che verrà applicato su alcune telecamere ma per gli spettatori non ci sarà alcuna differenza”.

Ci sono stati invece dei cambiamenti per quanto riguarda l’away card?
“È cambiata la modalità di emissione. Prima bisognava recarsi al Roma Store di Via Appia, adesso c’è la possibilità di fare la tessera on-line e aspettare la consegna a casa”.

Attraverso i microfoni di repubblica.it, il nuovo capo dell’Osservatorio del Viminale Daniela Stradiotto è tornata a parlare della questione riguardante il nuovo sistema di riconoscimento biometrico dei volti che sarà adottato all’Olimpico da questa stagione come misura ulteriore di sicurezza: “Io non mi sento affatto schedata! Questo sistema è stato deciso per le persone perbene che non possono che esserne rassicurate, vista anche la minaccia terroristica. Chi non ha da temere nulla, non ha motivo di sentirsi schedato. Se a Londra ti fermi dieci minuti davanti ad una stazione del metro vengono subito ad identificarti. Ricordiamoci cosa è successo nei recenti attentati, purtroppo in giro ci sono tanti matti. Io non sono contro gli ultrà: per me la parola ultrà non va assolutamente associata a comportamenti non in linea con le leggi”.

A tal proposito, ai microfoni di Rete Sport, ha parlato l’ex Prefetto di Roma Achille Serra:

“C’è una grande enfatizzazione della stampa che non è positiva perché eccita l’animo dei tifosi. Non c’è motivo né è il momento di farli eccitare così tanto. Già c’è il problema delle barriere e non mi sembra opportuno parlare delle impronte digitali. Non giova a una distensione tra gli organi di Pubblica Sicurezza e i tifosi. Dopo si è scoperto che era una sciocchezza quella delle impronte digitali ma è solo una ripresa biometrica che riconosce i tratti del viso e mantiene queste riprese solo per qualche giorno per individuare le persone che si rendono autori di tumulti. Non è un fatto nuovo questo, il Garante della Privacy ha inoltre dato l’ok e in molti stadi europei queste misure sono già state adottate. Viviamo in un periodo storico particolare in cui il tizio che non a niente a che fare con il calcio e il tifo può essere individuato. La stampa deve aiutare, altrimenti diventa un problema ancora più serio dello scorso anno”.

Il problema però è un po’ a monte: c’è un clima di diffidenza tra l’istituzione il cittadino che credo sia pericolosa. Che ne pensa?

“Sono d’accordo. Devo aggiungere che l’altro anno, quando furono messe le barriere, ho più volte sollecitato in interviste le tifoserie di tornare allo stadio convinto – perché ero in contatto con il Prefetto – che sarebbero state tolte. Credo che ormai sia indispensabile il rasserenamento tra le istituzioni e la tifoseria. Il Prefetto Basilone è persona saggia e intelligente e sono convinto che se i tifosi torneranno allo stadio tra qualche mese le barriere saranno tolte. E’ un mio convincimento, non voglio impegnare nessuno, ma ne sono convinto”.

Noi ci ricordiamo la sua gestione, non c’erano comportamenti del genere…

“A mia difesa devo dire che durante la mia gestione e quella del Questore di allora non ci sono mai stati fatti di questo genere. Per il resto non mi sento di giudicare i comportamenti di altri colleghi. Si potrebbe voltare pagina e rasserenarci tutti. Invito ancora i tifosi di tornare allo stadio, sono convinto che le barriere saranno tolte una volta che si vedrà che non servono. Questo è un mio convincimento, ripeto, non voglio obbligare nessuno”

Se la premessa è: se ci si comporta bene si tolgono le barriere, se 20 imbecilli si comportano male che si fa, si rimettono le barriere?

“No, nella maniera più assoluta. Significa: ‘Tornate, non si può fare un braccio di ferro con lo Stato. Tornate a vedere la Roma e la Lazio e poi vedrete che le barriere – per esperienza – verranno tolte. Andiamo incontro alle istituzioni e dimostriamogli che stanno sbagliando perché non succede niente”.

E se poi succedesse qualcosa?

“Attenzione, perché ora ci sono delle telecamere più sofisticate, c’è il rilevamento di alcuni dati del volto e del biglietto: è difficile che accadono fatti gravi”.

Allora togliamole le barriere

“Ma si può fare un braccio di ferro con lo Stato? Torniamo allo stadio e dimostriamo che non succede niente. Un braccio di ferro in cui lo Stato non è detto che ne esca vincente. Non so a chi convenga”.

Perché solo a Roma?

“A questo non so rispondere, probabilmente perché Roma è una delle città in questo momento di maggiore rischio anche a livello di terrorismo. Se ci riferiamo alle barriere non so rispondere. Da parte mia consiglio ai tifosi di andare allo stadio per il preliminare”.

Lei ha l’impressione che i tifosi sentono questo pressione maggiore? Come si fa a diluire questo sentimento?

“Si questo è vero, è una cosa che rende più difficile l’accesso allo stadio, io ho sempre parlato con tutti perchè credevo nel dialogo. Forse se le due rappresentanze dei tifosi di Roma e Lazio cercassero una dialogo dando certe garanzie potrebbe risolversi qualcosa”.

Decisione di sicurezza o politica?

“Può succedere, nel passato ci siamo trovati ad avere dei suggerimenti dall’alto, ma il responsabile rimane il Prefetto che si assume tutte le responsabilità del caso e il questore per quelle tecniche. Se puoi ci si fa influenzare, e non credo sia il caso della Basilone, è peggio per lui”.

Le società potevano fare di più?

“No, mi faccia dire da tifoso che Pallotta vive su un altro mondo ma di più non potevano fare. Nessuna società può insinuarsi sulle disposizioni di Polizia. Può manifestare il malessere delle tifoserie ma questo è stato fatto a più riprese. Anche in questo, certa parte della stampa influisce negativamente, i club non possono fare nulla perché non ne hanno il potere”.

Connessioni tra club e tifosi?

“Lo confermo, certamente questo esiste. Nel passato quando qualcuno ci ha provato con la Lazio sappiamo poi come è andata a finire. Vorrei da parte di tutte le società questo comportamento di rigetto difronte a qualsiasi ricatto. La tifoseria isola queste persone se il club usa il pugno duro”.

Per evitare questa pressione di alcuni gruppi, cosa pensa della responsabilità oggettiva?

“Il mio pensiero è negativo, non ci dovrebbe essere, però queste devono dimostrare di non assecondare i ricatti. Il gesto sconsiderato di 20 balordi non può condizionare le squadre. Non possono solo le forze dell’ordine a individuare i delinquenti è importante che in questi casi i club denuncino queste situazioni”.

Si stanno facendo passi avanti?

“Purtroppo non credo”.

Roberto Massucci, attuale Capo di Gabinetto della Questura di Roma, è intervenuto ai microfoni di Radio Radio:

“Per lanciare uno slogan direi che queste misure mettono lo spettatore al centro dell’attenzione permettendogli una maggiore fruibilità dello Stadio Olimpico per lo spettacolo calcistico. Ho sentito usare termini inesatti per il sistema di rilevamento biometrico: non c’è alcuna schedatura e non cambia nulla per lo spettatore. Questo software utilizzerà le telecamere già esistenti e se non si commetteranno reati le immagini verranno eliminate dopo qualche giorno. Per le persone per bene non cambierà assolutamente nulla, questo sistema sarà un groppo problema per chi va allo stadio a commettere dei reati”

Non ci saranno cambiamenti dal punto di vista pratico per i tifosi come allungamento delle code?
“Assolutamente, non cambierà nulla. Il software utilizzerà le stesse telecamere attualmente in funzione. C’è chi ha parlato di privacy ma l’Autorità Garante per la Privacy – che ringrazio – ha limato questo provvedimento con noi. Questi provvedimenti non sono una barriera ma servono a restituire gli impianti alla legalità e a quindi eliminare le barriere. Pensiamo a uno stadio senza violenze, senza petardi, senza atteggiamenti discriminatori e razzisti. Questi provvedimenti abbatteranno queste barriere”.

A proposito di barriere: sono state confermate per il momento. Perché?
“Il motivo è molto semplice: sia il Prefetto che il Questore avevano detto che un percorso virtuoso avrebbe portato all’abbattimento di queste ma questo percorso virtuoso non c’è stato e non c’è stato alcun dialogo. La gente deve capire che vivere lo stadio e una giornata di sport non passa per petardi, fumogeni e striscioni. Essere ultrà non significa essere solo qualcosa di negativo, si può essere oltre alle righe, molto appassionati, ma rimanendo nella legalità”.

Attraverso queste misure penserete di intraprendere un discorso per eliminare le barriere? Inoltre: con chi non c’è stato il dialogo?
“Nel nostro progetto abbiamo siglato un protocollo d’intesa in cui alcuni soggetti si sono impegnati a fare qualcosa indicando dei mediatori tra società e tifoseria. Alcuni soggetti sono le società e la Roma ha scelto Sebino Nela per alimentare il dialogo costruttivo con i tifosi. Per ora, però, questo non è accaduto. Noi speriamo di abbattere questo tipo barriere con un ritrovamento di civiltà che per ora non abbiamo riscontrato”.

Come si stanno muovendo le società?
“Le società stanno assicurando una straordinaria collaborazione per la parte che loro compete. Noi ci aspettiamo che rispettino le regole. La figura del mediatore serve per dialogare con tutti i tifosi, tra cui anche gli ultrà, per costruire una bella coreografia. Per farla c’è bisogno di autorizzazioni. Noi speriamo che questo possa succedere già da questo campionato e che questa coreografia possa unire. Tutto questo le barriere non lo impediscono assolutamente. Noi siamo disposti ad avere questo dialogo che per ora non c’è stato: tutto è rimasto come l’anno scorso”.

Spesso gli scontri si sono spostati dall’interno all’esterno dello stadio. Inoltre tra i nuovi provvedimenti alcuni riguardano le aree di parcheggio
“Noi siamo convinti che gli incidenti nascano in quei contesti degenerati la cui causa è una situazione di illegalità all’interno delle curve e su cui noi dobbiamo lavorare. Il lavoro che stiamo cercando di fare è di rendere più fruibile lo Stadio Olimpico che a volte impone delle gravi limitazioni anche per le persone che abitano nella zona e che non sono interessate alle partite. Noi vogliamo migliorare il flusso veicolare e adottare questi provvedimenti anche in prevenzione di una eventuale – sperando che non accada – situazione legata a fattispecie terroristiche”.

 

 

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