“Caro Direttore,
prendo spunto dal tuo articolo di ieri per approfondire il mio pensiero e per esternare tutto il disappunto per un calcio che non mi rappresenta più, che non ha più alcuna credibilità e che risponde solo alla logica dei bottegai di turno. Non è una crisi di coscienza, quella dovrebbe averla chi gestisce il calcio in questo modo, ma nella loro logica affaristica c’è solo spazio per la voracità e il desiderio di fagocitare tutto e tutti nel nome del Dio denaro.
Chi ama in modo disinteressato non conosce crisi di alcun tipo verso l’oggetto del suo amore e giovedì sono uscito di casa con la maglietta della mia Roma e col sorriso di chi sente da sempre l’orgoglio di essere tifoso giallorosso, di essere rappresentato da una società che ha sempre combattuto certe logiche di potere ed è stata estranea agli scandali che negli anni hanno inquinato il mondo del calcio col loro nauseabondo fetore. La sconfitta della finale di Europa League a Budapest ha lasciato un segno profondo nell’animo di tutto il popolo giallorosso, non solo di quello presente allo stadio. La speranza di vivere il sogno di una doppia vittoria europea in due anni si è infranta ai maledetti rigori, che ancora una volta tormentano la nostra storia.“
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