Porto-Roma. Spalletti: “Pronti per questa sfida”. De Rossi: “Può cambiare tutta la nostra stagione”

Prima della rifinitura allo Stadio Do Dragao, che ospiterà l’andata del preliminare di Champions League contro il Porto, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa rispondendo alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa. Insieme al tecnico di Certaldo il centrocampista giallorosso Daniele De Rossi, ecco le loro dichiarazioni:

Un giudizio su Bruno Peres, cosa può dare di più?
“È un giocatore che abbiamo cercato perché è forte, la Roma vuole essere un club forte e per esserlo deve avere giocatori forti e riserve altrettanto forti. Bruno Peres ha queste qualità, è forte e trova altri calciatori forti. Ha caratteristiche ben delineate, è un tuttafascia, noi con quello che ci è capitato avevamo bisogno in quel ruolo di poter scegliere facendolo giocare da tutte e due le parti, ha giocato anche a sinistra. Florenzi in nazionale ha giocato anche a sinistra, ci dà un’opportunità in più con quelle caratteristiche”.

La convince il modello Barcellona nella gestione dei portieri? Il rodaggio di Strootman è arrivato al punto tale da poterlo far giocare?
“Strootman gioca. Per quanto riguarda i portieri, non so perché negli altri ruoli posso scegliere e in questo no. Non ho la soluzione assoluta per vincere la partita, so quello che devo fare per non perdere: fare la formazione che fa contenti tutti”.

In cosa è diversa questa Roma da quella presa in corsa a gennaio?
“Sono arrivati e partiti calciatori forti, sono successe situazioni che non ci danno la possibilità di usare calciatori forti e ne sono arrivati di altrettanto forti, con esperienze importanti in club importanti. Penso che abbia dato una spinta di professionalità ed esperienza allo spogliatoio, quando ci sono qualità il carattere viene di conseguenza. E noi siamo una squadra forte, siamo forti da tutte le parti e siamo pronti per questa sfida importante”.

Domani può essere importante Dzeko dal punto di vista difensivo, per far rifiatare la squadra?
“Questo me lo aspetto da tutti quelli che inizieranno la partita, voglio calciatori che riempiano la partita. Spesso poi nelle nostre valutazioni, a volte, su chi far giocare, si porta un gesto, un gol. Se si pensa che in una partita ci sono 55 minuti di gioco effettivo, all’incirca, se si pensa che ci sono 22 calciatori, un calciatore la palla la tocca per un minuto e mezzo, per gli altri 88 minuti e mezzo deve fare altro. Se tocca solo una volta la palla è troppo poco. Gli altri dentro lo zaino per andare a fare la festa devono mettere troppe cose, bisogna metterne un po’ per uno. Mi aspetto che faccia questo se giocherà, e ci metta qualcosa d’altro per aiutare gli altri”.

In estate si è parlato di alcuni club per Héctor Herrera, le piace? Per quanto riguarda Bruno Peres, potrà giocare il ritorno?
“Peres lo vogliamo inserire per la partita di ritorno. Anche se da un punto di vista di visite, di burocrazia sarà a disposizione entro poche ore non lo faremo far parte di questa spedizione, non verrà qui. Per quanto riguarda Herrera, ci sono state volontà di alcuni club italiani di volerlo portare nel proprio team, se si riferisce a me, se ho parlato con la mia società le dico di no per portarlo qui. Però è un calciatore forte, non so se la Roma abbia mai fatto delle domande o abbia tentato di fare questa operazione. Io non ho mai richiesto alla Roma questo calciatore. Ho altri calciatori forti come lui e sono contento dei miei”.

Ha scelto per domani Alisson? Con l’arrivo di Bruno Peres pensa che la Roma possa stabilmente passare alla difesa a 3?
“Per quanto riguarda la formazione è giusto che la dica prima ai ragazzi. Non giocheremo assolutamente per sempre con la difesa a 3, sa giocare quarto di difesa, quinto di centrocampo, è un calciatore forte, che ha delle qualità, deve migliorare in altre ricerche, in altri atteggiamenti. Ma noi cercheremo di usarle tutte e due, mancava un sostituto che potesse fare questo ruolo, ci mancava uno che desse un’alternativa. Abbiamo 4 partite in 11 giorni, tutte importantissime. Siamo davanti a una partita molto molto importante, per me e per i calciatori, per la loro vita e carriera, poi ce n’è un’altra altrettanto importante, ci vogliono una ventina di calciatori forti e lui è un calciatore forti che ci dà alternative. Poi ci sarà da vedere come lavorano insieme, per essere bravi non c’è da fare una somma, bisogna vedere come rispettano ruolo, volontà e ricerca di tutti. Essere a disposizione a rinforzare l’allenamento dopo essere stati fuori fa la differenza nel lungo tragitto, tutti devono partecipare alla disponibilità di sapere che sono forti anche i compagni”.

Le parole di Daniele De Rossi

Questa rivoluzione difensiva può dare sensazioni positive?
“Il fatto di essere qui da tanto mi insegna che ad agosto si può prevedere ben poco, orientativamente nelle squadre che vanno bene meno cambi e meglio è, la difesa è un reparto delicato, bisogna fare un grosso lavoro, loro dovranno fare più lavoro per unire le menti. Sono arrivati giocatori bravi, di esperienza, che si adatteranno presto. Sono sicuro che è un reparto forte”.

Senti di essere in una condizione fisica positiva?
“Dirlo oggi non è mai molto intelligente, bisogna aspettare qualche partita e vederla la condizione. Mi sono sentito bene, ho avuto una piccola conferma di quello che ho sempre pensato e che l’allenatore mi ha detto, che lavorare bene non basta. Bisogna lavorare fortissimo, più forte di quanto facevo, quando diventi vecchio ancora di più. Prima mi sembrava abbastanza ciò che facevo, ora devo fare di più. Questo è quello che sto continuando a fare, ogni allenatore ha i suoi metodi, abbiamo più tempo e possiamo recuperare con più calma rispetto alla nazionale”.

Da più parti questa è stata definita una partita fondamentale. Da giocatore di grande esperienza quale sei e da probabile capitano, che messaggio ti senti di dare?
“Io non ho mai fatto un preliminare di Champions League, ho fatto qualche finale di Supercoppa ad agosto ma è diverso, è importante ma questo playoff dà la sensazione che cambierà tutta la stagione e la nostra impostazione mentale. È un quarto, un ottavo di finale. Una partita fondamentale, non ho consigli, loro hanno grandissima esperienza, so che hanno capito l’importanza della partita, lo sapranno anche quelli del Porto, troveremo una squadra preparata”.

Non c’è Keita e sei il veterano del centrocampo. Come vivi questo ruolo? Con i più giovani che atteggiamento hai?
“A prescindere dal ruolo, cerco sempre di dare una mano, di dare confidenza. Nonostante non sia un Pallone d’Oro sono uno con cui un giovane può sentirsi in difficoltà e non deve. Ho un ottimo rapporto con tutti, mi piace essere quello che sono in realtà, uno di loro, un compagno con più esperienza a cui chiedere qualche consiglio e con con cui scherzare come fossi giovane, questo ruolo da giocatore esperto non mi disturba, non mi dà responsabilità, mi dà la sensazione che devo essere un esempio”.

Fra gli ultimi arrivati qualcuno ti ha sorpreso? Secondo te le squadre portoghesi possono avere molto beneficio dalla vittoria europea della nazionale?
“I nuovi si sono inseriti bene, ci siamo allenati poco insieme ma sono giocatori che si conoscono, affermati, su cui si può fare affidamento. Quello che mi ha impressionato per i miglioramenti è Paredes, uno che è tornato più maturo di quando era partito, era un ragazzino, un campionato fuori gli ha fatto bene. In Portogallo c’è stata un’ondata di entusiasmo, ma non ricordo quanti giocatori del Porto ci fossero. Le grandi stelle giocano all’estero, ma l’entusiasmo che si sarà vissuto qui sarà un aiuto per le società portoghesi, come sviluppo penso sia stata una grande mano, come lo è stato in piccola parte nel 2006 per noi, poi si è spenta un po’ troppo presto ma ci siamo sentiti un po’ più forti”.

Il Porto è cambiato molto rispetto all’ultima stagione. Individualmente, quali sono i giocatori più pericolosi secondo te?
“Ha cambiato parecchio, la forza del Porto è stata questa, cambiare giocatori molto quotati, venderli e ritrovare ragazzi giovani e talentuosi, non ce n’è uno che ci spaventa in particolare. Ci può spaventare il collettivo, il modo di giocare e riciclarsi, questo non ci deve far stare tranquilli, anche quelli che conosciamo di meno saranno all’altezza”.

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