Non ci fosse stata l’Europa League di mezzo, ora staremmo parlando di periodo florido. Sì perché stasera la Roma ha dato l’idea di essere una squadra in forma, in grado di dar luogo ai vari automatismi che di fatto l’hanno portata a vincere. Certo, l’avversario non era attendibile, così come non lo era il portiere (oggi decisamente in serata no), ma nel calcio si sa, ciò che conta è metterla dentro.
Salah sembra essere dello stesso avviso quando, alla mezz’ora di gioco, sfrutta bene il suggerimento di Dzeko e buca Posavec sotto le gambe. È il terzo assist vincente: nessuna coppia ha fatto meglio in campionato.
Fin lì il Palermo si era affacciato timidamente solo una volta nell’area giallorossa, quando cioè al 17′ Nestorovski non era arrivato per un soffio sul cross dalla sinistra di Chocev. Prima di lui era stato El Shaarawy a fallire una grande occasione: taglio di intelligente di Dzeko sul quale il Faraone, anticipando Posavec, aveva spedito al lato con sua stessa incredulità.
Al contrario, dopo il vantaggio succede ben poco, se non un controllo azzardato di Juan Jesus che lo costringe al fallo proprio al limite; la punizione di Diamanti, tuttavia, finisce alta sopra l’incrocio dei pali.
La ripresa sopperisce a tutti gli errori del primo tempo: la Roma ingrana e ne fa altri tre, il Palermo si sbilancia e sigla il goal della bandiera. Apre Paredes al 51′, con una punizione che sembra più un cross. Posavec si lascia ingannare e non esce, cosicché la palla gli rimbalza davanti e lo induce alla papera: è il 2-0.
Prima del tris, però, sono gli ospiti a sfiorare il goal con Andjelkovic, che costringe Szczesny a salvare sulla linea in due tempi. Al 68′ Dzeko vede Posavec posizionato male e prova il tiro dal limite, che di fatto si insacca alla sinistra del povero portiere rosanero.
All’80’ Quaison imita il n. 9 giallorosso e prova la conclusione fuori area, la palla coglie Manolas e mette fuori causa Szczesny, che si allunga ma non ci arriva. Due minuti dopo El Shaarawy pone fine ai sogni di gloria degli ospiti e firma il poker di punta, con la sfera che passa ancora una volta sotto le gambe di Posavec.
Poco altro succede ancora, se non la sostituzione di Dzeko che fa spazio a Totti nel tripudio più totale. L’Olimpico si rianima e ridà fiducia a una squadra che vince e convince. Europa League a parte.