Altra presentazione nel terzo giorno del ritiro estivo della Roma a Pinzolo. Oggi è stato il turno del nuovo portiere giallorosso Alisson Becker rilasciare le prime dichiarazioni alla stampa. Di seguito la conferenza integrale con le parole del brasiliano:
Spalletti ti ha chiesto qualcosa di particolare durante questi primi allenamenti?
Ho parlato con il mister, mi ha spiegato come avviare l’azione ma nulla nel dettaglio. Sono felice di essere qui, nel club che ha avuto nelle sue fila Falcao, un idolo di Internacional e Roma, spero di ripercorrere le sue gesta.
Hai notato differenza di allenamento tra la Roma e le tue esperienze passate all’Internacional?
Se c’è qualche differenza, forse è sull’allenamento specifico e sugli aspetti tecnici riguardo il lavoro specifico, in quello del gruppo non noto differenze.
L’interesse per il ritorno di Szczesny, è uno stimolo per te o un fastidio?
Come ho appena detto, sono concentrato sul mio lavoro, non do importanza a ciò che avviene fuori dal campo. Sono qui per dimostrare il mio valore, al mister e ai tifosi.
Chi ti piace di più tra Buffon e Neuer?
Sono cresciuto con il mito di Buffon, è stato un mio idolo, ma ho apprezzato anche Neuer. Buffon è più forte tecnicamente, Neuer si avvale più della sua forza e della sua agilità, ma ho sempre rispettato entrambi
Potresti essere in competizione con un altro portiere, per te va bene? Potresti diventare comunitario?
Riguardo Szczesny, per me non è un tema importante, è un grande portiere ma ci sarà concorrenza leale tra noi, sono qui per ripagare la fiducia che hanno avuto in me. Il passaporto da comunitario è una possibilità, ma ora non c’è nulla di concreto.
Potevi andare alla Juve. Cosa ti ha convinto a scegliere la Roma?
Semplice, per la fiducia, mi hanno presentato un progetto di lavoro che condivido. Sono convinto di aver fatto la scelta giusta.
Ti aspettavi di più dall’ultima esperienza in Coppa America?
Sicuramente, volevamo vincere il trofeo ma il calcio è così, si vince e si perde.
Il tuo gioco con i piedi?
Personalmente a livello di club ho sempre cercato di giocare con i piedi, per diventare un portieremoderno e per tenere un occhio anche al calcio europeo. Il calcio si evolve e non si può restare indietro, ci sono i pregiudizi dei tifosi quando un portiere riceve un retropassaggio ma ho sempre cercato di giocare anche con i piedi, sia nell’Internacional che in nazionale
Cosa significa per te trovarti in squadra con Totti?
Per me significa moltissimo, è un idolo mondiale. Mio nipote si chiama Francesco in omaggio a lui, ma non ho ancora avuto l’occasione di parlare con lui, visto che non parlo ancora bene l’italiano.
Come sarà il tuo impatto con Roma? Hai avuto modo di parlare con Doni, che in passato ha difeso per anni la porta giallorossa?
Non conosco personalmente Doni, ma lo conosco di fama. Riguardo l’ambientamento, Roma è simile a Porto Alegre, se non altro per il clima. La difficoltà maggiore è la lingua, ma non credo che avrò grossi problemi di allenamento.
Spesso si imputa ai portieri brasiliani di essere discontinui, ti senti di smentire questa diceria?
Non sapevo di questa visione riguardo i portieri brasiliani, sinceramente. Sono concentrato sul lavoro quotidiano e sul migliorare l’intesa con i compagni. Per un portiere è fondamentale la regolarità e la costanza, sono riuscito a trovarla nell’Internacional e spero di farlo anche nella Roma.
Il numero 19?
Non ha un significato speciale, era solo a disposizione. In precedenza anche i numeri da me indossati non hanno avuto un significato.