Parafrasando una vecchia canzone e mutandone solo qualche parola, potremmo dire che “l’estate sta arrivando e che un anno se ne va”. All’alba della nuova stagione che già si appresta a iniziare tra nuovi acquisti e semplici voci di mercato, la redazione di Popolo Giallorosso parte dal concreto provando a tracciare il bilancio di ciò che è stato.
Lo farà ruolo per ruolo, a partire dalla porta: lì dove vince per distacco Bogdan Lobont, nemmeno in classifica visto il suo status di portafortuna più che di riserva.
- ALISSON BECKER: voto 6
Classe ’92, a cui si aggiunge 100 per stabilire pure l’altezza, il portierone brasiliano è sbarcato un anno fa nella Capitale con la promessa di sottrarre la maglia da titolare a Szczesny ma, alla fine, è riuscito a contendergli al massimo le Coppe.
Non sono mancati, di conseguenza, gli scricchiolii di quello che era un pericoloso dualismo annunciato: “Per me quest’alternanza non è proprio un bene, in Brasile ero abituato a giocare con più costanza – si era lasciato sfuggire Alisson a ottobre -. L’allenatore non ha specificato che Szczesny sarebbe stato il portiere di Serie A e io quello dell’Europa League, ma nei fatti è così, e io sto cercando di lavorare al meglio”.
A parte qualche imperfezione (come la pecca delle uscite), le sporadiche apparizioni del n. 13 giallorosso sono tutto sommato degne della sufficienza, nonché di una conferma: con il polacco in partenza, pare spetti infatti a lui difendere i pali dell’Olimpico la prossima stagione.
- WOJCIECH SZCZESNY: voto 7
Di lui rimarrà soprattutto il sassolino lanciato a inizio campionato, quando in ritiro con la sua Nazionale aveva risposto con stizza a un giornalista: «Mi ha mai visto in panchina in una partita di Serie A? Non ho giocato contro l’Astra Giurgiu, come i tre quarti della squadra. È bello scrivere che Szczesny non ha giocato in Europa League, è sicuramente meglio di scrivere che Szczesny non ha giocato in Europa League perché, come i tre quarti della squadra, ha riposato per non disputare una partita vinta ancor prima di essere giocata”.
Di certo non mancava il carattere, a Wojciech. Colui che era arrivato a Roma ormai due anni or sono e che, vista la difficoltà nel leggere (e scrivere) il suo nome e cognome, era stato inizialmente ribattezzato come “Coso”. E “Coso” si è subito dato da fare per provare a far breccia nel cuore dei tifosi, sfoderando prestazioni super ma alternandole a errori di attenzione senz’altro evitabili.
Tutto sommato, il buon “Coso” meritava la conferma lo scorso anno. Così come ad oggi merita un bel 7 nel nostro Pagellone. E se fin qui vi siete chiesti perché fin qui abbiamo usato l’imperfetto, il motivo è presto svelato: Szczesny ha già salutato la Capitale. Buona fortuna, “Coso”!