Non ci resta che l’ironia…

(dopo Bologna-Roma)

Constatato che la nostra bontà è stata confermata e di tale virtù ne abbiamo già parlato, non ci resta che aspettare i prossimi incontri con la speranza, per noi di possibile vittoria, che gli avversari di turno siano in piena salute e vengano da numerosi successi, in odo che non si presentino a noi bisognosi.

Visto che godiamo di un attacco molto prolifico è naturale chiedersi: ma quanti gol deve realizzare una squadra per vincere una partita? La risposta sembrerebbe ovvia: basta uno più degli avversari-

 

Visto che siamo gravati da una difesa che è tra le più perforate del campionato (anche in questa triste classifica non siamo primi) ci poniamo la stessa domanda in altri termini: ma quanto gol deve subire una squadra per non perdere una partita? Risposta ovvia anche questa: uno meno degli altri.

Che tutto fosse dovuto ad un semplice problema aritmetico non l’avremmo mai creduto. Visto inoltre che si vince e si perde tutti insieme, ma occorre distinguere chi è più adatto a vincere e chi meno.

Siano problemi tecnici, tattici, fisici, organizzativi, di comunicazione, di lingua, di espressione, di silenzi, di atteggiamenti, di capricci, ecc… Fate voi.

È assolutamente necessario che vengano presi i dovuti provvedimenti.

Una sola cosa è certa:la Romanon sarà ai privata dell’affetto e dell’amore dei suoi tifosi.

 

Doverosi aggiornamenti e precisazioni (dopo Roma-Cagliari):

Il precedente pensiero era stato espresso dopo la partita (ma quale partita?) di Bologna.

Dopo la comica e drammatica esibizione con il formidabile, irresistibile e fortissimo Cagliari e subito dopo essere uscito frastornato da un coma calcistico, ritengo necessario esprimere quanto segue.

Mi permetto di dare due suggerimenti:

1)      Spostiamo la sede sociale ad Assisi, in modo che la crociata intrapresa colma di nostre privazioni e totale dedizione alle necessità e sofferenze altrui trovi il suo naturale ambiente e ci permetta di portare a compimento il nostro cammino verso una meritatissima beatificazione.

2)      Visto che abbiamo indubbie possibilità di lottare (?) per evitare la retrocessione, proviamo a giocare con la tattica più consona a tale pericolo:

–          n° 1 portiere (uno qualsiasi)

–          n° 9 difensori (tutti posti entro il nostro primo quarto di campo)

–          n° 1 attaccante (l’unico vero che abbiamo, il CAPITANO) posto sempre nella metà campo avversaria. LUI tiene fermi, nel loro spazio, almeno quattro difensori, così non vengono a fluidificare, crossare ed inventare calcio nella nostra metà campo.

Noi non possiamo fare il catenaccio perché abbiamo bisogno di blindare la nostra porta.

Forse questo sistema ci permetterà, fino al termine del campionato, di fare tutti0 a0 ottenendo quei punti necessari per la salvezza.

Poi radicale pulizia, riqualificazione integrale della struttura e ricominciamo una nuova avventura

Per quanto riguarda l’aggetto e l’amore dei tifosi noi esprimiamo questi sentimenti per il nome della Rom, per i suoi simboli, per i suoi colori e per la sua storia: chi transita lo deve meritare.

A questo punto debbo cambiare anche la formula di commiato… BUON CAPITANO A TUTTI, ci dispiace per gli altri.

Dario ‘40

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