La Roma: sprazzi di luce e di buio profondo – di Dario ’40

La notte di San Lorenzo tante persone, compreso il sottoscritto, alzano gli occhi al cielo per vedere le stelle cadenti ed esprimere un desiderio ma il campo di luce che emanano è talmente rapido da non concedere spazio nemmeno a quel desiderio che, subito, si tramuta in speranza.

La tifoseria Romanista non aspetta quella magica ed unica notte, si pone alla visione diretta o televisiva, delle partite della Roma in maniera appassionata, coinvolgente e fiduciosa esattamente come stesse emozionandosi nel vedere la scia luccicante di una stella cadente.

In quelle circostanze non è necessario individuare un personale desiderio in quanto è quello comune a tutti i Romanisti: vedere la squadra vincere una partita contro un’avversaria titolata e dare avvio ad una serie di successi.

Questo immaginario scenario si è concretizzato nell’incontro con la compagine torinese (non riesco a scriverne il nome proprio come quello dei cugini di terza fascia) dove la Roma ha espresso all’inizio dei due tempi una luce abbagliante che appena offuscata da timide nuvole avversarie è divenuta di un buio profondo come se le luci dello stadio si fossero simultaneamente e totalmente spente ed in quelle tenebre solo gli avversari godevano di completa visibilità.

Ovviamente non si tratta di diottrie o di intensità di luce ma il nostro buio è solo caratteriale e mentale tale che nemmeno un elevatissimo esperto come Mourinho riesce a dissipare le sconcertanti e continuative assenze psicologiche dei giocatori.

L’episodio dell’incontro con la compagine torinese non è fine a se stesso, infatti le ottenebrate nostre prestazioni hanno visto il loro apice nella notte norvegese ed il ritorno nella serata di Roma dove una modesta squadretta ci ha rifilato ben otto goal cosa che, ripetutamente ci viene rammentata con perfida ironia dagli anti-Romanisti per vocazione… come se poi le loro vicende fossero più serene delle nostre.
Probabilmente, per queste signori, è più facile sorridere per le disgrazie altrui che piangere per le proprie. Non tentiamo nemmeno di capirli e rimaniamo indifferenti ai loro acidi e superflui commenti.

Ma in tutto questo scenario astrale fatto di rare luci ed impenetrabili tenebre a noi tifosa cosa resta di fare? Iniettarci dosi industriali di vaccino della speranza augurandoci che, almeno quella, continui a sostenerci nell’attesa che sorga definitivamente e senza timore, dalle nubi, il sole giallo-rosso e che rimanga alto e risplendente nel cielo Romanista.

Buona Roma a tutti i Romanisti sempre avvolti dalla luminosità dei nostri colori.
Dario ’40

P.S. Scusate la vena vagamente romantica utilizzata nell’esprimermi ma impiegata solo per non dare avvio ad una interminabile serie di insulti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.