La Roma: solita improvvisata confusione (di Dario ’40)

Nemmeno la dipartita del Dottor Ernesto Alicicco è riuscita a portare saggezza e raziocinio alla odierna proprietà della A.S. Roma. Non c’è da meravigliarsi perchè quel professionista faceva parte della storia della Roma, quella inneggiata dalle note di Antonello Venditti; quella dei due inimitabili Presidenti Scudettati Dino Viola e Franco Sensi; quella che seppur costituita da due diversi organici vincenti a distanza di anni, vedeva tutti i componenti, presidenti compresi, intrisi di “Romanismo”.



Ma questa è storia evidentemente con conosciuta dalla attuale proprietà, così sbrigativa e sconclusionata nelle sue decisioni di allontanamento degli allenatori. L’ultimo riguardante Daniele De Rossi costituisce un errore irreparabile in quanto lui, e solo lui, costituivano il solo anello di legame tra la nostra storia ed il futuro di questa attuale indecifrabile compagine.



E’ troppo facile per la proprietà (volutamente non parlo di Presidenza in quanto latitante nel ruolo) licenziare il tecnico quando invece, con la doverosa presenza, invitare i calciatori ad un molto più attaccamento ai colori sociali.



Mi permetto di suggerire una terapia all’intero organico, compresa la proprietà, nessuno escluso, ad addentrarsi alle prime ore del sorgere del sole, nei quartieri storici di Roma quali Garbatella, Testaccio, San Lorenzo, Quadraro, Tuscolano ed altri in modo da vedere, proprio alla luce del sole, i colori giallo e rosso della Roma. Se poi non percepiscono tale emozione… arrivederci ed addio.



Naturalmente siamo pronti ad amare il nuovo allenatore ma avvertiamo il dovere di sottolineare che l’incidenza di professionisti stranieri nell’A.S. Roma è sempre più elevata; non iniziate a parlare di “razzismo”, siete fuori strada. Sottolineo questa particolarità solo per dire che tutti coloro che sono nella Roma dovranno dare prova certa e continuativa di meritare quel Romanismo di un tempo che, per citare un esempio ancora vivo e recente, abbiamo riconosciuto a Josè Mourinho il quale aveva percepito quel dovere e, soprattuto con quanto detto e fatto da lui nel dopo Budapest (solo da lui…) aveva dimostrato di aver assimilato cosa vuol dire schierarsi con il Romanismo.



Evito di esprimere, come istintivamente dovrei, la mia incredulità sul comportamento della proprietà a partire dalla campagna acquisti ma mi chiedo: ma quanti ricchi americani dobbiamo ancora sopportare al comando della A.S. Roma?



Buona Roma a tutti quei Romanisti che ancora si emozionano al canto del nostro spendido inno.



Dario ’40

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