Ho volutamente atteso la partita con il Palermo per tentare di avere un’idea precisa del comportamento dell’amata nelle diverse competizioni alle quali partecipa. Il campionato è un torneo che dura tanti mesi ed anche alle sconfitte da spazio per poter rimediare. L’attuale classifica ne da sapiente esempio:
– Anche dopo due partite a zero punti ci troviamo abbastanza prossimi alla vetta.
Questo significa che la corsa allo scudetto risulta, per ora, equilibrata e che possiamo ambire a quel traguardo con piena legittimità di intenti.
I tornei europei, di qualsiasi livello, sono più brevi ed ogni incontro dovrebbe apparire, anche nella attuale fase, ad eliminazione diretta, dunque da tentare di vincere sempre e comunque.
Nel nostro campionato è abitudine diffusa, che se a pochi minuti dal termine una squadra si trova in svantaggio di due reti, salvo casi veramente eccezionali, si instaura una forma di assurda superficialità nella compagine in vantaggio ed una rassegnazione di quella soccombente.
In Europa questo non avviene mai, perchè la squadra sotto punteggio cerca sempre il modo di risalire e ciò fino a che l’arbitro non decreta il termine della contesa.
La partita con l’Austria Vienna ne è la prova più recente; certo se noi, attraverso ingiustificate distrazioni diamo loro anche l’agio per la rimonta, ne avalliamo le aspettative. Occorre pertanto sempre tenere gli avversari sotto pressione senza mai presumere che il punteggio favorevole sia sufficiente a conseguire la vittoria.
Forse è proprio questo aspetto mentale che differenzia il nostro cammino locale da quello europeo.
Dunque nei prossimi incontri con le squadre straniere tentiamo di far più gol possibili senza indugio e senza appagamento di sosta.
Proprio contro i temuti partenopei e anche con l’altrettanto blasonata Inter abbiamo autorevolmente ripreso le redini del gioco e conseguito la vittoria mettendo in campo la nostra volontà e la nostra determinazione nel voler raggiungere risultati positivi.
Eppure queste squadre nostrane sono nettamente superiori ai viennesi.
Probabilmente anche loro non hanno ben identificato la realtà del calcio europeo ed i risultati conseguiti ne danno sufficiente dimostrazione. Ma questi sono fatti dei quali a noi interessa meno che niente.
Noi dobbiamo essere la Roma in Italia e in Europa, poi magari anche nel mondo.
Buona Roma a tutti i Romanisti.
Dario ’40