Il campionato è finito, già da qualche giorno e tra pochi mesi ne inizierà un altro e tutto rientra nella normalità del tempo e dei fatti. Ma le mie speranze di tifoso della Roma saranno comunque anche affare di Francesco Totti; non sarà in campo ad illuminare il gioco né in panchina a scherzare e sostenere i compagni.
Non vorrei cadere nella banale retorica né abbandonarmi ad un ingestibile dolore; è solo necessario saper accettare le leggi del tempo, senza rimpianti o rimorsi. E’ solo ed unicamente le realtà della vita.
Certo lui ci ha fatto dono, ancora una volta, di un’emozione tanto profonda e così intensa da sembrare una sofferenza; ma non dobbiamo accettarla come tale. E’ una nuova gioia che ci è stata recata dal grande uomo che è il nostro Capitano.
Certamente le sue giocate hanno suscitato invidia e timone negli avversari. Forse la sua presenza ha determinato alcune insicurezze nei tecnici che si sono succeduti nella direzione della squadra; ma questi sono eventualmente problemi loro e chi avessi patito questi disagi, pur apprezzandolo come giocatori (non avrebbe mai potuto essere altrimenti) ne ha sofferto la naturale e spontanea grandezza di persona.
Sempre e comunque problemi loro. Quel suo lento ed angosciato incedere nel fare il giro di campo per salutare la folla acclamante ne ha manifestato (nel caso qualcuno avesse ancora dubbi in proposito) il suo viscerale attaccamento a quella maglia giallorossa sempre indossata con dedizione ed amore. Maglia mai tradita per obiettivi più facili e gratificanti sotto ogni aspetto. Maglia sempre rispettata anche nei momenti più difficili anche quando ha subito interventi fallosi che quasi gli hanno interrotto la carriera (Roma-Empoli la ricordiamo tutti).
Maglia portata come una seconda pelle dalla quale, per nessuna ragione al mondo, si è distaccato
Ecco il tempo ha posto le sue leggi e non dobbiamo far altro che osservare. Apprestiamoci ad affrontare una nuova era, un nuovo tempo ma con la speranza, anzi con la certezza, che agli atleti romani che fanno parte della squadra, possano aggregarsene ancor altri, sempre romani, che sappiano seguire l’esempio di Francesco, secondo gli insegnamenti da lui dettati e con la tessa passione, rispetto e dedizione da lui mostrate.
Nel mio vecchio cuore di tifoso romanista vedo il ripetersi di un’era “Tottiana” solo al cospetto di una compagine formata da giocatori romani, senza nulla togliere al valore ed ai meriti di quelli di altre regioni ed altri paesi attualmente militanti nella Roma; ma, al momento, solo sotto quella forma riuscirei a vedere la Roma di Totti e lenire il dispiacere per il termine della sua carriera.
E’ innegabile che un giocatori che indossi i colori della sua città e ella sua squadra possa dare qualche cosa in più di chiunque altro. Totti né è l’esempio e la prova tangibile di questa realtà.
Buona Roma di romani a tutti i Romanisti.
Dario ’40