… Quando tornerà a giocare un incontro intero.
Proseguo con le rime non certo per effetto, scrivo in tal maniera solo per diletto.
Stavolta possiam gioire ci viene naturale, per la sconfitta della maglia da codice fiscale.
Non posson vincere sempre albagia e arroganza, qualcosa poi va storto e limita la prepotenza.
Ma tornando a noi ne vogliam parlare, anche contro le ultime dobbiam arrancare.
Non sono gli avversari a creare occasioni, noi incerti e distratti concediamo soluzioni.
Nel solo primo tempo quante reti far dobbiamo, almeno sei perchè dopo due certo e subiamo.
Appare un’abitudine di certo inaspettata, sembra nella seconda parte la squadra naufragata.
Eppure siamo assai forniti e ne diam dimostrazione, ogni incontro due tempi… non è un’innovazione!
Venga accolta e perdonata la facile ironia, ma subire quello strazio reca malattia.
Non si capisce poi perchè chiusi in difesa, gli avversari capiscono e tentanto l’offesa.
Certi tentennamenti e distrazioni difensive, dobbiamo lasciarle ad altri… son cose negative.
Perchè ad un certo punto di ogni qual contesa, pare lasciar tutto ed iniziar la resa.
Se perdiamo palla a centrocampo o in attacco, sempre rincorrer l’avversario che ci ha dato scacco.
Giovani promettenti della Roma da qui scartati, quando ci incontrano sono avvelenati…
Forse sarebbe meglio maturarli in altre categorie, tornerebbero poi tra noi accolti da simpatie.
Comunque tre punti conquistati con terrore, son certo un beneficio da dover apprezzare.
Ora di tutto il torneo arriva la gara più delicata, anche se la loro classifica appare esagerata.
Non parliamo certo di quelli per ora li avanti, ma di quelli che ci seguono lasciamoli più distanti.
Poi aspettiamo avversari non proprio occasionali, sono quelli più titolai e siamo noi i rivali.
Spero che a queste rime qualcuno dia attenzione, certo non per me ma chi giocar deve sempre con devozione.
Devozione e sacrificio richiesti ad ogni atleta, noi speriamo sempre che ogni partita sia lieta.
Buona Roma a tutti i Romanisti, (capita anche a noi) ma vorremmo gli altri sempre tristi.
Dario ’40