Lussemburgo,
questa la meta di oggi nel nostro viaggio alla conoscenza dei Roma Club sparsi nel mondo.
– Prima di tutto, ci raccontate come mai il vostro Roma Club si trova in Lussemburgo?
Nel Lussemburgo esiste una folta comunità italiana rappresentata sia da famiglie che sono arrivate negli anni ‘50 e ‘60 e che poi sono rimaste qui, che da persone che si sono trasferite in Lussemburgo per lavorare nella finanza o nelle istituzioni europee. Poi la Roma, ed essere della Roma, non riguarda solo i romani: il nostro club vanta appassionati provenienti da tutta Italia, come pure tanti stranieri che, pur essendo cresciuti in paesi come Finlandia, Danimarca e Olanda, hanno coltivato una grande passione per questa fantastica squadra.
– Come è nata l’idea di fondare un Roma Club?
Il club nasce proprio qui per iniziativa di due ragazzi lussemburghesi con radici italiane. Poi nel 2013 si sono aggiunti un olandese un po’ esaltato e un gruppetto di romani. A questo punto abbiamo iniziato a spargere la voce. Il gruppo si è pian piano ingrandito, per cui abbiamo deciso di creare una mailing list informale per darci appuntamento sempre nello stesso posto e vedere le partite insieme. Grazie alla tenacia del gruppo la cosa è cresciuta talmente tanto che è partita l’idea di organizzarsi e di affiliarsi ufficialmente, e così è stato! Dal 2015 siamo affiliati all’AIRC e ad ottobre abbiamo raggiunto quota 100 iscritti! Cerchiamo anche di essere presenti all’Olimpico muniti di striscione ufficiale e di organizzare trasferte insieme, almeno in Europa. La nostra prima trasferta ufficiale come Roma Club è stata a Leverkusen, e siamo addirittura riusciti a organizzare un incontro (breve ma intenso) con la squadra la sera prima (i 400km a/r di distanza fra Lussemburgo e Colonia non ci hanno fatto paura!).
– Come è vissuto il calcio da quelle parti? Avete avuto mai problemi con tifosi di altre squadre?
Il calcio è abbastanza popolare, anche perché nel Lussemburgo vivono tanti italiani e portoghesi che seguono per lo più i loro rispettivi campionati. Quello nazionale esiste ma non ha la visibilità che può avere, per esempio, la Seria A anche all’estero. Tanto per dare un’idea, il vincitore del campionato lussemburghese gioca i preliminari dei preliminari dei preliminari di Europa League. Di conseguenza molti tifano per squadre straniere come il Bayern Monaco o altre squadre francesi, inglesi, senza contare i tanti tifosi di squadre portoghesi.
Quanto alle italiane, purtroppo anche qui gli juventini abbondano. Si conta anche qualche interista e qualche milanista. Fino ad ora, comunque, non abbiamo avuto nessun problema con gli altri tifosi.
– La Roma non sta andando benissimo (purtroppo). Da voi tifosi che vivete all’estero, come viene vissuta questa situazione?
Dispiace chiaramente, anche perché all’inizio sembrava che potesse essere l’anno buono (per una volta). Chiaramente la nostra influenza sulla situazione è molto limitata, non è che possiamo prenderci giorni di ferie per andare sotto i cancelli di Trigoria, anche se qualcuno qui lo vorrebbe tanto! Seguiamo, chi più chi meno, radio e siti Internet che trattano della Roma e, in occasione delle partite, non possiamo fare a meno di commentare e dibattere – anche animatamente – con gli esperti del gruppo! Diciamo che, alla brasserie dove guardiamo le partite, si fa un tifo molto “vocale”.
– Il tormentone attuale è “Garcia si, Garcia no”; nella vostra realtà di Roma Club, quali sono le opinioni che vanno per la maggiore sul tecnico giallorosso?
Anche nel nostro gruppo si trovano opinioni contrapposte: ci sono quelli che “la squadra ha smesso di correre e quindi non è colpa dell’allenatore”, seguiti dai filosofici che “siccome non hanno messo i premi per il secondo posto, questi appena sfumata la possibilità di diventare tranquillamente primi si siedono, per far saltare l’allenatore, che tanto loro restano comunque e quindi è colpa della società”, per finire con quelli che “#garciavattene”. Lasciamo ad ognuno la propria versione, diciamo che avremo sempre qualcosa di cui parlare!
– Chiudiamo la parentesi sulla Roma e torniamo al Roma Club… come festeggiate dopo una vittoria?
Ovviamente, dopo ogni vittoria parte l’inno della Roma e lì, chi con la sciarpa, chi con la maglia o una bandiera, canta a squarciagola. A volte ci facciamo sentire anche con i cori da stadio (questo succede anche durante le partite in realtà) . Fortunatamente il gestore della brasserie, Antonello, è un ragazzo italiano (è ufficialmente tifoso del Bari e del Milan, ma simpatizza per la Roma), che quindi ci capisce, altrimenti credo ci avrebbero già cacciati dal locale!
Vi dico tre nomi, associatemi una parola per ognuno di loro:
– Daniele De Rossi – “Roma”
– Antonio Tavecchio – “Anacronistico”
– Antonio Conte – glissiamo
– C’è qualche iniziativa che, secondo voi, potrebbe essere fatta per promuovere l’attività dei Roma Club sparsi nel mondo?
La vostra iniziativa è già un ottimo esempio, anche se sarebbe bello che la stessa AS Roma organizzasse qualche evento per i Roma Club sparsi nel mondo. Abbiamo tanti tifosi in giro per il mondo (vedi anche le genialate degli indonesiani) e sarebbe bello dimostrare che non si tifa Roma solo all’interno del GRA. Per quanto ci riguarda, abbiamo provato a contattare alcuni giocatori per invitarli ai nostri eventi, ma finora senza successo. Pjanic è cresciuto in Lussemburgo e parla anche il lussemburghese (oltre a 10 altre lingue ci risulta), dunque sarebbe fantastico se potessimo incontrarlo una volta, magari quando viene qui a trascorrere qualche giorno con la sua famiglia.
– Concludiamo in bellezza: il vostro ricordo più bello legato alla Roma
Credo che ognuno avrà il suo, chi all’epoca era a Roma si ricorda lo scudetto del 2001. Per gli altri le vittorie nel derby valgono sempre doppio, soprattutto quella con la doppietta di Totti e il commento in inglese ”The King of Rome is not dead”.
a cura di Flavia Miglietta