E’ assolutamente comprensibile e totalmente condivisibile il dolore e l’angoscia patita dalla compagine partenopea per la scomparsa di Maradona.
Non avremmo dovuto, assolutamente, ignorare il luttuoso evento, ci mancherebbe altro. Ma da questa partecipazione al mancato disputare la partita c’è un vero oceano di sudditanza ed arrendevolezza, entrambe senza giustificazione.
Questa volta non è intervenuto il solito “braccino del tennista” che ci ha recato la paura di vincere. Infatti siamo stati soggiogati dall’atmosfera dell’ambiente che ci ha impedito di giocare la partita.
Non possiamo nemmeno appellarsi alla nostra consolidata abitudine di quando, in procinto di fare un salto di qualità, immancabilmente vanifichiamo l’occasione.
Allora ecco doversi porre un inquietante interrogativo: ma qualche dirigente della Roma ha avvertito tutti i componenti della spedizione che non andavano a Napoli per partecipare ad una funzione funebre ma, unicamente, per disputare un incontro di calcio per un campionato quindi non è un evento eccezionale ma conosciuto e programmato.
E’ stata data questa banale informazione? La nostra squadra, non giocando, ha reso possibile travedere come se il Napoli avesse in campo undici Maradona. Certo la squadra che ci ha umiliati è di elevatissimo livello ma non tale da disporre della Roma a piacimento.
Se eravamo animati dal proposito di portare conforto sarebbe stato meglio non andare a Napoli, almeno saremmo stati sconfitti a tavolino solo per 3 a 0.
Se, invece, eravamo intenzionati a disputare l’incontro con rispetto per la dipartita di Maradona, allora avremmo dovuto onorare la scomparsa proprio giocando al massimo delle nostre possibilità, poi, saremmo anche potuti uscire sconfitti ma avremmo giocato al calcio, proprio quello sport nel quale Diego Armando Maradona ha meravigliato il mondo intero con le sue innumerevoli magie.
Purtroppo le cose sono andate in modo diverso ormai, lunga vita a tutti i campioni, più o meno celebrati, che hanno militato nelle squadre di calcio.
Hai visto mai dovessero rimettersi fatti analoghi.
Buona Roma a tutti i Romanisti che non si rassegnano.
Dario ’40