Questa specie di impedimento mentale si manifesta nei tennisti meno dotati che, quando affrontano campioni più celebrati ed il match viene a loro favore, ecco essere aggrediti dalla paura di vincere; allora il loro braccio risulta palesemente più corto nei movimenti, divenendo, così “braccino”.
Di tale inopportuna condizione, la Roma, nel suo recente e trascorso passato, ne ha dato più volte dimostrazione, anche all’avvio della stagione in corso se ne è avvertita la pericolosa suggestione, specialmente nelle partita casalinga con la squadra di Torino codificata a barre ed anche in quella di Udine dove, seppur vincente, nell’ultima mezz’ora di gioco, solo la fortuna ha evitato il solito pareggio.
Il braccino non si è visto contro il Milan per poi sudbolamente ricomparire nell’incontro con la compagine bulgara e svanire completamente contro la Fiorentina.
Probabilmente il costante dissiparsi di questo vero impedimento mentale è agevolato dalla continua presenza in tribuna della nuova, partecipe e significativa proprietà americana. Sembrerebbe, e ce lo auguriamo fortemente, che i nuovi proprietari siano stati avvolti dall’orgoglio e dall’ineguagliabile piacere di essere tifosi della Roma.
Avvertiamo il dovere di ringraziarli per questo loro solidale e fedele amore ma anche per come svolgono il loro compito con assoluta discrezione e correttezza, senza abbonarsi alla platealità di inutili ed irrealizzabili promesse tentando di assurgere, come reiteratamente fatto dai loro predecessori, ad una immerita popolarità.
Noi tifosi Romanisti, sotto questo aspetto, abbiamo già largamente e generosamente dato e, certamente, non cadremo più nelle lusinghe e nelle facilonerie ripetutamente espresse ed adottate.
Siamo tifosi della Roma, mica ingenui e sprovveduti, anzi proprio l’esatto contrario.
Ora a chi spetta il compito di eliminare definitivamente il pericoloso braccino? Ovviamente a chi è incaricato della gestione e condizione tecnica della squadra.
Facciano, tutti loro, serenamente e consapevolmente, pure le scelte che ritengono più opportune al fine del nostro successo ed evitino, sempre e comunque, di cadere nella paura di vincere; nessuno potrà muovere critiche per le vittorie, anche se malauguratamente non conseguite perchè, per noi, l’importante è che si sia tentato ostinatamente di ottenerle, senza timori riverenziali, verso nessuno in assoluto.
Noi, continuo ad affermare, SIAMO LA ROMA!!!
Un pensiero benevolo voglio dedicarlo al grande Ibra che, con la sua pubblicità riguardate il costante uso delle mascherine protettive, ha impartito una vera lezione comportamentale a coloro cui era indirizzata, sempreché l’abbiano capita.
Buona Roma a tutti i Romanisti dal braccio forte, energico e vincente.
Dario ’40