Alla ripresa del campionato, dopo la pausa del mondiale, si sono avvertiti i primi consistenti segnali dell’ingresso nella mente dei giocatori di quella indispensabile qualità costituita dalla grinta ovvero dalla furia agonistica che costituisce elemento determinante per acquisire quella famosa, peraltro mai raggiunta, mentalità vincente da grande squadra.
Se dovessimo fare una accorta analisi degli ultimi anni dei risultati della Roma, ci renderemmo conto, senza alcun dubbio, che troppo spesso è venuta meno proprio la grinta, cioè la sana determinazione nel fare, a tutti i costi, risultati positivi.
Si potrebbe obiettare che sono state limitate e modeste le qualità tecniche di tanti dei giocatori messi in campo ma, a queste carenze si sopperisce, sempre e comunque, proprio con la sana furia agonistica la cui carenza provoca due fattori estremamente negativi: paura e rassegnazione.
D’altronde nessuna squadra europea dispone di una rosa di atleti tutti di sublime dotazione tecnica, forse fanno eccezione il PSG, iL Real Madrid e il Bayern Monaco: comunque sono società di enorme disponibilità economica il che, ovviamente, agevola la costituzione di un organico di primissima qualità…. Te credo che con tanti soldi ogni traguardo calcistico diventa raggiungibile!
Con l’avvento dello “Special One” si sono viste le prime avvisaglie di quella sua grinta nei nostri giocatori; forse molti di loro hanno fatto fatica ad assimilarla ed impadronirsene in quanto abituati alla precedente conduzione tecnica che insegnava loro fioretto invece che sciabolate.
Questo non vuole significare il fatto di aggredire fisicamente l’avversario ma fargli intendere che non può disporre a piacimento dei nostri colori. In sintesi non bisogna lasciare il benchè minimo spazio agli altri, non concedere alcuna iniziativa, fargli avvertire che tutto il rettangolo di gioco è di nostra proprietà senza possibilità di intrusioni o disponibilità temporanee.
E’ fuori di ogni dubbio che questa determinazione agonistica sarebbe più facilmente raggiungibile se la nostra squadra fosse composta solo da giocatori Romani e Romanisti ma, non volendo mancare nè di rispetto, nè di stima, nè di affetto, devo serenamente e onestamente riconoscere che gli attuali atleti, anche se nati in altri paesi, seguendo gli insegnamenti e la dottrina calcistica del nostro amato tecnico, stanno mettendo in atto un vero processo di Romanizzazione totalmente ed unicamente giallorosso.
Ho volutamente atteso tanto tempo prima di esprimere questi miei pensieri in quanto temevo che la lunga pausa mondiale ci restituisse una compagine svogliata e già indirizzata verso le nuovi competizioni e la partita con la Cremonese (sigh…) mi aveva profondamente avvilito. Timore definitamente fugato ed allora, come sempre: SEMPRE FORZA MAGICA ROMA.
Buona Roma a tutti i Romanisti, loro veri maestri di grinta.
Dario ’40