di Dario ’40
Un affettuoso gazie per tutto quanto, e non è poco, grande uomo e maestro di vero calcio, giocato con cuore, sentimento ed assoluta onestà.
Qualche puntuale e becero osservatore potrebbe commentare che sotto la sua guida non abbiamo vinto nulla; evvene questo signore dimostrerebbe di essere lui a non aver capito nulla.
Solo l’essere Romano e Romanista riesce a godere delle intime vittori dell’amato Mazzone. Infatti quella sua travolgente e contagiosa fede giallorossa era fatta di passione, ironia, allegria, rabbia, amore per i suoi giocatori; valori irraggiungibili, anzi neanche avvertiti da colo abituati a vincere ad ogni costo.
Carlo Mazzone ha interpretato e diffuso al Popolo Romanista proprio quelle ricchezze che, in quegli anni, hanno costituito le nostre vittorie con valori molto più veri e persistenti e molto più elevati rispetto a quelle agevolate e poco credibii ottenute da altre squadre sui campi.
Quella sua famosa corsa verso la curva avversaria con il braccio minacciosamente alzato e fatto rivedere ripetutamehnte vedere da tutte le emittenti televisive in questi giorni, rappresenta l’immagine del grande ed inimitabile uomo.
Il solito limitato commentatore potrebbe osservare che l’episodio è avvenuto durante la partita tra Bresca (da lui diretta) e l’Atalanta. Pura verità ma noi Romanisti, già custodi gelosi di quegli inestimabili beni che ci aveva donato, vogliamo dare un diverso significato a quella sua sfuriata.
Amiamo immaginarlo nelle vestie di uno dei nostri scudettati Presidenti, Viola e Sensi, che si scagliano da soli verso le pluricelebrate squadre del nord, specialmente quella strisciata torinese, che ritenevano oltraggioso un campionato vinto dall Roma.
Mazzone, certamente, ha reagito in difesa del suo Brescia ma, in quel momento, era animato dal suo essere, sempre e comunque, tifoso della Roma.
Personaggio schietto, puro, vero, assolutamente inimitabii.
Grazie Grande Maestro di calcio e di umanità.
Buona Roma a tutti i Romanisti affranti per la sua scoparsa ma senza tristezza perchè lui non lo permetterebbe.