“La Roma… ?” – di Dario ’40

Certo non risulta facile o agevole esprimere commenti o considerazioni sulle prestazioni della Roma nel corrente anno 2020 ma, per sola fede sportiva e nel tentativo di reprimere la crescente ed alimentata rabbia, proviamo a navigare nel pensiero cercando di individuarvi una qualche plausibile ragione.
In un primo momento avevamo pensato che l’intera società fosse rimasta soggiogata dal clima natalizio però, con il trascorrere dei giorni non vogliamo credere che si voglia prolungare quella generosità fino alle feste di Pasqua.
Proprio nell’estrema generosità si ravvisa un aspetto, ormai, non più inquietante ma terrificante che indirizza e caratterizza le prestazioni della quadra.
Quando andiamo in vantaggio o raggiungiamo un temporaneo pareggio ecco che sui giocatori cala una sorta di paura e senso di colpa, come se quei punteggi fossero frutto di indebita appropriazione; allora eccoci subito pronti a subire le pene dando la possibilità agli avversari di ripristinare le distanze.
Eccoci dispensatori di opportunità realizzative per concedere gloria e punti agli altri, anche quelli che non ne necessitano con urgenza.
Dagli esperti commentativi in materia, questa specie di calamità che si è impossessata della squadra e di tutti gli addetti vien attribuita alla latitanza della proprietà.
Naturalmente potrebbe essere questa la causa ma allora ci si chiede “Perchè la proprietà è stata costantemente presente?”
Nella risposta si conferma la bontà dell’osservazione degli esperti, infatti da quando siamo stai in mano agli affaristi americani non abbiamo vinto nulla.
Un beneficio societario è stato conseguito in virtù della celebrate e conseguite plusvalenze economiche. Peccato però che, quei benefici, non facciano gol, non evitino di subirli, non diano punti alla classifica ma solo tanta amarezza e delusioni alla tifoseria.
Ecco un’altra domanda: ma dello stato d’animo dei tifosi interessa a qualcuno?
Tanto per alimentare il livello di incazz….. se provassimo a formulare una squadra con tutti gli elementi venduti negli ultimi cinque anni ci accorgeremo che, molto probabilmente, non saremmo nello sconcertante anonimato attuale.
Allora, perdonate l’insistenza, ma formulo un’altra domanda: se invece di perseguire le sole plusvalenze economiche ci fossimo tenuti quegli atleti e, forse, vinto trofei, non avremmo ottenuto altrettanti benefici economici, magari anche con sponsor più generosi e maggiore richiesta dei nostri colori?
L’angoscia sta prendendo il dominio dei miei pensieri, non riesco a trovare un minimo appiglio per rinnovare la speranza, non abbandono la fede nella Roma ma, mi sembra, che ci stiano mettendo veramente alla prova.

Buona Roma a tutti i tenaci Romanisti.

Dario ’40

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