Non intendiamo, al momento, argomentare sul calcio giocato perchè quello che abbiamo visto in una mezza partita (Bergamo) ed una intera (Firenze) non ha nulla a che vedere con incontri calcistici. Confesso sinceramente di essermi illuso dopo le stentate vittorie con il Genoa ed il Torino e quella più agevole di Parma; quella con l’Entella nemmeno la considero,
L’illusione era nata dal fatto che quei risultati positivi potevano rappresentare e dare avvio ad un periodo più soddisfacente e meno altalenante dei precedenti. Ingenuità assoluta di fede e di speranza.
Il pareggio di Bergamo è stato conseguito solo per la mancanza di precisione degli avverarsi, altrimenti anche in quella circostanza avremo incassato una mezza dozzina di reti.
Sconcertante verità puntualmente verificatasi con la Fiorentina, la quale ha riportato alla nostra angosciata memoria le sconfitte con lo United ed il Bayern Monaco. In quelle occasioni era estremamente evidente la pochezza delle nostre potenzialità rispetto a quella degli avverarsi ma, nell’incontro con la Viola, siamo stati letteralmente assenti ed a riguardo pongo una serie di domande:
– Abbiamo un portiere?
– Abbiamo una difesa?
– Abbiamo una squadra?
– Abbiamo una panchina?
– Abbiamo una società?
La risposta è autonoma e cumulativa sui quesiti esposti: nulla di nulla.
Trovo estremamente grottesca la dichiarazione autoritaria espressa dal direttore sportivo che afferma di avere lui acquistato giocatori sollevando, contestualmente, il tecnico da ogni responsabilità. Espressione tanto generosa quanto cautelativa di affermazione del proprio ruolo; in sintesi la confessione della propria incapacità.
Certo non è tutta sua la responsabilità perchè, in ogni caso, una squadra giallorossa è scesa in campo, a fare cosa è un vero mistero.
Senza soffermarci troppo sulla indegnità di tutti di indossare quella maglia, vogliamo evidenziare alcuni aspetti dell’inimmaginabile futuro che ci attende conseguentemente alle recenti campagne di pseudo rafforzamento dell’organico.
E’ perfettamente inutile andare in giro per il mondo ad acquistare giocatori più adatti ai tornei amatoriali che alle competizioni nelle quali siamo coinvolti.
E’ perfettamente inutile andare ad acquistare, a costi molto elevati, giovani che rappresentano solo speranze, quasi sempre disattese e male riposte.
E’ perfettamente inutile acquistare giocatori che, per il solo fatto di avere cognomi stranieri, possano assicurare e dare certezze.
L’inutilità di quanto messo in atto, con i risultati ad oggi conseguiti, si dimostra attraverso semplici considerazioni:
– Giocatori che si avviano ad esser vecchie glorie ne abbiamo anche in Italia, se non anche a Roma
– Giovani promesse ne abbiamo direttamente in casa e senza spendere nulla
– Il fascino del cognome straniero è una vera e propria utopia, pure a congruo pagamento.
Da tutto quanto affermato e purtroppo accertato nascono dei suggerimenti:
– Acquistiamo l’Atalanta in blocco escluso, purtroppo, il Presidente
– Facciamo scendere in campo la nostra Primavera compreso allenatore e panchina, tanto siamo certi che sette gol dalla Fiorentina non li prenderebbero mai in assoluto
– Troviamo nelle squadre dei tornei cittadini o regionali minori giocatori dal cognome esotico che si esprimano in perfetta lingua italiana o, ancora meglio, in puro dialetto romanesco.
Attuando questi suggerimenti, salvo quello impossibile dell’acquisto in blocco della compagine di Bergamo, avremmo delle certezze assolute:
– Massimo rispetto e dedizione ai nostri colori, attualmente vilipesi
– Enorme risparmio economico della società con evidente gioia del Presidente americano.
Tanto e certamente i risultati e l’andamento negativo in essere non potranno essere peggiori.
Quanto affermato si ribadisce con la realtà, purtroppo e troppo spesso ignorata, che noi tifosi giallorossi amiamo i nostri colori, la nostre icone, la nostra storia, la nostra Roma.
Salvo casi estremamente eccezionali, riguardanti giocatori, guarda caso, proprio nati a Roma, noi amiamo quelle effigi e quelle maglie, poco importa chi le indossi. E’ un concetto molto facile da capire e mettere in atto, almeno per noi; chi non lo capisce o lo ignora è meglio che se ne torni a casa senza continuare a stare qui a sdottorare pensando di illuderci con le sue inutili chiacchiere. Prendano atto che siamo a Roma!
Spero venga perdonato e magari condiviso il mio sfogo.
Buona Roma da rifondare a tutti i Romanisti.
Dario ’40
PS Sono vivamente stufo di essere deriso da tutti per il solo fatto di essere Romanista. Sembra una colpa incancellabile invece che una dimostrazione di fede sportiva.