“La Roma: buio pesto poi, finalmente la luce” – di Dario ’40

Per quasi tutta la durata dell’incontro con il Torino non facevo altro che domandarmi chi fossero quei signori vestiti da giocatori della Roma, anche molto somiglianti, che si aggiravano per il campo? Invece dei sosia, non potevamo far giocare gli originali?
Poi mi sono detto: vuoi vedere che l’obiettivo stagionale ridimensionato fosse quello di vincere il derby? Eh no!! Quello avrebbe potuto essere l’obiettivo degli altri, peraltro sempre affetti da stagioni incolori.
Dopo quella partita abbiamo assistito all’imperterrito ripetersi di prestazioni sconcertati. Contro il Bologna che, nell’affrontare la Roma aveva profuso energie a non finire, ed ancora non le ha recuperate, tanto da subire un punteggio tennistico a Napoli, siamo riusciti a malapena a pareggiare grazie ad un bagliore.
Contro l’Atalanta solo una vampata di luce finale ci ha evitato la sconfitta. Contro il Torino stesso identico buco. Poi, quando le tenebre stavano per avvolgere definitivamente la scena, ecco scendere in campo il nostro sole.
Gli avversari non hanno avuto nemmeno il tempo di indossare occhiali di protezione nè di spalmarsi pomate anti-scottature perchè, con due lampi, erano già ustionati.

Dal più profondo del cuore: Grazie Capitano!
Le tue gesta ci hanno commosso fino alle lacrime, l’emozione che ancora una volta ci hai donato prevarica ogni affetto sportivo e trova spazio solo ed esclusivamente in sentimenti di valore e di intensità più elevati.
Personalmente, se potessi, non esiterei a rinnovare il tuo contratto a vita, perchè sono convinto che, anche indossando abiti borghesi da dirigente, saresti capace in ogni momento di scendere in campo ed accendere la tua luce.
Alcune società, quando un loro affermato campione smette di giocare, decidono che il suo numero di maglia non debba più essere indossato.
L’unico numero 10 sei tu e toglierei questa cifra anche dalle tabelline pitagoriche e da tutti gli stessi numeri civici delle strade, sostituendoli esclusivamente con: Totti.
Semplicemente perchè, per tutti noi romani e romanisti, rappresenti l’universalità calcistica/affettiva.

Buona Roma a tutti i Romanisti

Dario ’40

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