Dopo la, per me immeritata naturalmente, sconfitta piemontese, ecco la nostra Roma che non subisce traumi consequenziali ma ritrova quel piglio e quella volontà di vittoria che, ormai, sono la componente essenziale di ogni prestazione. Anche contro il Chievo abbiamo assistito ad almeno due pause di eccessiva confidenza verso l’avversario ed infatti, da una di queste, abbiamo subito un gol.
Occorre comunque tenere presente che, indipendentemente dalla levatura tecnica ed agonistica, anche le squadre che affrontiamo sono li per disputare la loro partita.
Nel nostro stadio, negli spogliatoi riservati agli ospiti, non veleggia alcun fantasma, è’ tutto assolutamente normale e pulito. Si è notata una trasformazione positiva del giovane Emerson che sta crescendo sensibilmente ed ormai si è totalmente affrancato dalla precedente definizione di “abusivo della panchina”. Anche la partita del “piccolo Faraone” da un validissimo motivo di riflessione e cioè: ai giovani, in ogni campo di attività, occorre dare fiducia affinchè prendano consapevolezza delle loro capacità. Questo però è un esercizio che richiede un notevole equilibrio che può condurre, qualora instabile, a fare sperimentazioni gratuite ed impraticabili in particolari circostanze.
Comunque, anche sotto questo delicato aspetto, possiamo considerarci fortemente equipaggiati. D’altronde, come ne risaputo, l’eccezione conferma la regola.
Tra i regali di fine anno o magari dell’Epifania, noi tifosi ci aspettiamo qualche acquisto di rinforzo, ma principalmente il rientro scalpitante ed ineguagliabile di Florenzi nonchè la completa disponibilità di tutti quanti più o meno acciaccati.
A proposito… Di Manolas sarebbe bene inviare il responso clinico dell’infortunio subito a Torino a quel signore che, tornato a sedersi in panchina dopo la sostituzione, ha platealmente fatto il gesto del “tuffo” mostrando così la sua perfetta integrazione in quell’ambiente.
Contento lui, a me frega sontuosamente meno di nulla.
Buona Roma ed un gioiosissimo nuovo anno, nei nostri colori giallorossi, a tutti i Romanisti.
Dario ’40