Ho scritto questo pezzo dopo le vittorie di Genova e Udine. Spesso sono le giocate altamente tecniche a risolvere le partite; altre volte vittorie vengono raggiunte attraverso uno spirito agonistico senza pause. Poi ci sono le occasioni favorevoli e le circostanze benefiche; in sintesi una vittoria si può determinare mediante una quantità di fattori che possono anche esulare dalla normalità e dalla consuetudine dei fatti.
La vittoria di Genova, così come quella di Udine, a mio semplice parere, ha visto emergere una nuova, talvolta solo accennata, realtà competitiva della nostra squadra e cioè: uno spirito combattivo tenace, sereno, essenziale e malgrado ciò sempre ragionato e sorretto da una logica quasi matematica, peraltro senza mai eccessi di cattiveria agonistica (i falli commessi e le relative sanzioni rientrano nella normalità degli incontri).
Lo spirito combattivo è ormai entrato a far parte del bagaglio collettivo di tutti i nostri giocatori e questo è stato ampiamente dimostrato contro i liguri ed i friulani ed i grifoni, non a caso, avevano schiacciato i primi in classifica.
Poi le nostre qualità tecniche, certo superiori a quelli dei prossimi avversari, non mancheranno di dare il loro contributo per il raggiungimento completo dell’obiettivo.
Vorrei sottolineare due diversi e significativi fatti che hanno visto, a Genova, protagonista il grande Daniele De Rossi il quale ha dato, con estrema naturalezza, un vero insegnamento comportamentale a tutti nel primo episodio e mostrato un’ironica e divertente saggezza a fine incontro. Infatti: per primo si è accorto del grave infortunio patito dal bravo portiere del Genoa ed è rimasto partecipativamente preoccupato nei suoi pressi, senza ipocrisia nè falsità di sorta. Nell’intervista televisiva, a bordo campo, alla domanda sui possibile rinforzi in arrivi, ha detto, senza mezzi termini che avrebbe gradito, per l’indomani, l’arrivo di Messi e Cristiano Ronaldo. Denotando, anche una volta, il suo immenso amore per la Roma che vorrebbe comunque e sempre, come tutti noi, vedere primeggiare usi campi.
Nulla di apparentemente banale ma di un profondissimo significato affettivo.
Buona Roma a tutti i Romanisti.
Dario ’40