La nebbia, il fango… e la Roma

Ogni tanto ci capita di perdere una partita, spesso la sconfitta è determinata proprio da noi in relazione alla giusta volontà di fare bene, di divertire, di sognare tanti gol e ciò favorisce gli speculatori del gioco del calcio (vincere comunque).

Certamente amando la Roma non si può non amare anche il vero, ma proprio quello vero, football.

Quando non ci mettiamo del nostro ed usciamo sconfitti dagli incontri ci imbattiamo nelle avversità del clima che rende i campi fangosi e, talvolta, lo sono anche quando il tappeto erboso è pulito ed asciutto; quello è un altro tipo di fango.

I più saccenti obiettano ma anche gli avversari hanno giocato in un campo quasi impossibile.

Tutto vero, ma con una sostanziale differenza:

–          La Roma tenta di giocare al calcio

–          Gli speculatori del risultato giocano a pallone, sport diverso dal gioco del calcio

Nella sconfitta subita con il Chievo, anche se la nebbia è calata solo nel secondo tempo, la stessa aveva già dato segni premonitori anche nella prima frazione di gioco, i quali non hanno permesso alla mezza dozzina di arbitri di rilevare alcuni evidenti falli subiti dai nostri atleti. Ma la nebbia occulta i fatti, anche se non c’è. Almeno così sembrerebbe. TUTTO BENE!

La responsabilità è solo nostra, proprio perché siamo noi che giochiamo al calcio che è finalizzato a fare più gol possibili avendo attenzione a prenderne il meno possibile

Quindi, oltre alla tecnica, esponiamo ed utilizziamo quel sano e vivace furore agonistico che generalmente è proprio solo dei vincitori veri che volano sui fanghi e vedono bene anche dentro le nebbie.

Questa è e deve essere la nostra Roma.

 

Buona Roma a tutti, ci dispiace per gli altri.

Dario ‘40

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