Il difensore brasiliano Juan Jesus ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero. Eccone uno stralcio.
Dopo l’infortunio di Mario Rui è in allerta per giocare esterno a sinistra?
«Per adesso no, ma se c’è bisogno io posso anche fare il terzino sinistro. Per aiutare la squadra ci vuole sempre un sacrificio in più. E nella difesa a tre mi sono sempre trovato bene».
Come gestisce la pressione mediatica e dei tifosi?
«La critica viene sempre da gente che vuole solo parlare per cattiveria. Io ad esempio in 147 partite all’Inter credo di aver più vinto che perso. Il problema è che i tifosi pensano che i giocatori siano delle macchine che non sbagliano mai, ma noi siamo fatti di pelle ed ossa e quindi sbaglieremo sempre».
All’Inter ha detto che voleva fare la storia. Qui a Roma può promettere lo stesso?
«Il primo giorno che sono arrivato all’Inter ho detto questo, ma non sono riuscito a vincere nulla lì. È stata una grande esperienza personale perché sono cresciuto come uomo e calciatore. Adesso nella Roma è l’ora di fare la storia, abbiamo un grande gruppo e possiamo fare tante cose belle».
Quale aspetto l’ha colpita di più di Spalletti?
«É un professore. Mancini è più pratico, Spalletti invece ti fa studiare e ti insegna con calma le cose».
E cosa recepisce di più?
«Adesso per fare il salto di qualità ho bisogno di uno che sia un professore, che mi dica cosa fare e che spiega le cose specifiche».