Ingiustizia antisportiva

Il ritorno della “tarantella”. La Roma, proprio come lo scorso anno. è di nuovo costretta a difendersi dalla giustizia sportiva. Infatti non bastava la squalifica delle curve giallorosse per i cori di discriminazione territoriale, la squalifica di Destro per il gesto di Cagliari, le continua multe per la ricetrasmittente utilizzata da Rudi Garcia tra tribuna e campo, nonostante la società stessa abbia chiesto da tempo dei pareri interpretativi su una norma, che non sono mai stati emessi. Si, evidentemente non bastava.



Arrivano tempestive le squalifiche, e che squalifiche, guarda caso da quando la Roma occupa il secondo posto in classifica, da quando la Roma ha rialzato la testa dopo anni di sottomissioni, da quando la Roma inizia a pensare di far nascere il suo stadio di proprietà etc. etc. Questa volta abbiamo assistito ad una vera e propria “Ingiustizia antisportiva”. Holebas viene squalificato per un turno a causa del gesto insultante indirizzato ai tifosi del Genoa. Tutto ciò non è stato refertato dall’arbitro, ma proprio per questo motivo risulta anomalo l’utilizzo della prova tv a partita conclusa, rispetto a ciò che non è stato trascritto effettivamente dagli ufficiali di gara al termine della partita. Il terzino ha sicuramente sbagliato, il gesto è brutto, ma sfuggono molte cose a chi interpreta “ad personam” la giustizia sportiva. Juventus-Torino, da alcuni fotogrammi si vede Arturo Vidal che si esprime, con lo stesso gesto insultante di Holebas, verso l’arbitro dell’incontro Rizzoli. Naturalmente in quel caso il buon senso è stato spassionato. Juventus-Sampdoria di domenica pomeriggio ha visto, negli ultimi minuti del match, scendere dalla tribuna d’onore fino al bordo del campo, il dirigente bianconero Pavel Nedved. Si proprio lui, quello che nel Juve-Roma del 2003, dopo aver chiaramente simulato un tuffo in area giallorossa gridava “è ciusto! è ciusto!”. Questa volta ha reputato i tre minuti di recupero dati dalla sestina arbitrale troppo pochi, scatenando una reazione che neanche il miglior Pozzecco poteva esibire. Magari desiderava che la partita si rigiocasse direttamente, tanto ne abbiamo viste poche. Anche qui la giustizia sportiva ha lasciato correre.

La giustizia sportiva ha lasciato correre perfino il lancio di bevande da parte dei tifosi del Genoa, verso i giocatori della Roma che si dirigevano all’infuocato tunnel pre spogliatoio. E qui nessuna squalifica del campo. Quando la Roma ne sa qualcosa (0-3 a tavolino e due giornate a Olimpico chiuso, dopo la famosa monetina che colpì l’arbitro Frisk, in Roma-Dynamo Kiev). Vero, in quel caso era Champions League, ma allora abbiamo leggi diverse rispetto alla Uefa? In questo caso, è stato colpito Kevin Strootman, perchè non attuare lo stesso intervento punitivo? Rimane un mistero.

Infine arriva la celiegina sulla torta. Sanzione di 2 giornate a Rudi Garcia, dovute alla testimonianza del coordinatore degli stewards in servizio al Marassi che ha accusato il tecnico francese dichiarando quanto segue: “al termine della gara mentre insieme ai miei collaboratori tiravo fuori il tunnel di protezione dell’ingresso spogliatoi, venivo aggredito dal tecnico della Roma Rudi Garcia il quale strattonandomi provava a tirarmi uno schiaffo verso il viso, che schivavo senza essere colpito. Subito dopo il sig. Garcia veniva allontanato da persone li presenti.” Il tecnico giallorosso chiarirà tutto nelle aule di tribunale, ma vediamo cosa dice la la legge ART. 35, 1, 1 del codice della giustizia sportiva: “ll giudice può emettere i suoi provvedimenti solo ed esclusivamente sulla base dei referti arbitrali e dei rapporti dei rappresentanti della Procura Federale…I rapporti dell’arbitro, degli assistenti, del quarto ufficiale e i relativi eventuali supplementi fanno piena prova circa il comportamento di tesserati in occasione dello svolgimento delle gare. Gli organi di giustizia sportiva possono utilizzare altresì ai fini di prova gli atti di indagine della Procura federale.” La testimonianza del coordinatore degli Stewards dello stadio Marassi, non ha dunque alcun valore probatorio e Tosel non poteva neanche prenderla in considerazione ai fini istruttori per emettere il provvedimento sanzionatorio. Il Mister ha così commentato il tutto all’Ansa: “Non accetterò che si cerchi di infangarmi, mi batterò con ogni mezzo per difendermi da questa ingiustizia e da queste menzogne. Denuncio questo intollerabile attacco al mio onore. In seguito alle accuse infondate, che sono state rivolte contro di me, e alla sanzione di cui sono vittima, denuncio questo intollerabile attacco al mio onore e alla mia reputazione. Tutta la mia carriera di calciatore educatore e allenatore testimonia un comportamento esemplare che non è mai venuto meno. Non accetterò che si cerchi di infangarmi attribuendomi gesti aggressivi che non ho commesso, che deploro e che sono contrari alla mia educazione. Mi batterò con ogni mezzo a mia disposizione per difendermi da questa ingiustizia e da queste menzogne”.

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma lasciamo spazio alle aule di tribunale, sperando che non arrivi l’ennesima “Ingiustizia antisportiva”.

Andrea Fagnano

 

 

3 commenti

  • Raimondo Raviotta ha detto:

    ma coinvolgere in un’indagine della magistratura ordinaria oltre che gli stuart anche il sig. Tosel è impensabile?????

  • Gianluca ha detto:

    Ciao Carlo,

    Mi chiamo Gianluca. Sono di Torino e ti avevo già scritto tempo fa. Nel mio messaggio di allora (dopo la vittoria in champions league contro lo spartak di mosca) dicevo che ero orgoglioso di questa squadra e che avremmo dovuto tenere presente quanto di buono fatto in questi anni anche nei momenti di difficoltà che si sarebbero presentati nel corso della stagione. Ecco… il momento cruciale è arrivato. Da qui a febbraio penso che ci giochiamo tutto. O quasi. Quello che sta succedendo in questi giorni ha dello scandaloso. Non saprei come altro definirlo. Calciopoli non è mai finita. Non lo è perchè il calcio in Italia è uno sport in mano da oltre quarant’anni a gente oggettivamente corrotta. Gli Agnelli sono una delle rovina d’Italia per tutta una serie di ragioni extrasportive prima che calcistiche. E di per se la Juventus (insieme ad altre squadre come il Milan ad esempio) è stata al centro del peggiore scandalo che ha rischiato di distruggere il calcio come sport in Italia. Da Calciopoli in avanti tantissima gente si è proprio allontanata dal pallone disgustata.Gli stadi si svuotano (giustamente direi, visto lo spettacolo indegno a cui assistiamo troppe volte) ed è una situazione che fa solo tristezza a chi, come me, ama questo sport e i valori etici che dovrebbero contraddistinguerlo. Lo “stile Juve” lo abbiamo visto nella partita contro la Sampdoria: è lo stile arrogante e violento del potere e di chi sa di poter godere dell’impunità dalle regole che invece valgono per gli altri. Non so cosa dire. A parte che dobbiamo stringerci ancora di più attorno alla Roma e alla sua dirigenza che sta dimostrando una personalità e, lei si, uno stile impeccabili. Di mio, non mollo, anche in ” terra straniera”. Scusa il lungo messaggio. E’ un pò uno sfogo… Un abbraccio. Gianluca

  • Gianluca ha detto:

    Naturalmente era il cska mosca… Mi ero sbagliato.

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