Roma nel segno del 3. Terza vittoria consecutiva, tre punti in trasferta e tre gol realizzati a Siena. Numeri che parlano chiaro e che dimostrano il carattere di un gruppo che ha saputo reagire al meglio dopo la sconfitta nel derby. Vincere a Siena non era facile se si considera che la squadra di Cosmi aveva perso in casa solo contro la Juventus, che non subiva gol da un mese e che lotta col coltello tra i denti dall’inizio della stagione per annullare l’handicap dei sei punti di penalizzazione. La squadra di Zeman sta crescendo, guidata da un sempre più straordinario capitano che illumina il gioco con la sua classe e corre e s’impegna come un ventenne. Alla Roma manca ancora la continuità nei 90 minuti, ma le vittorie contribuiscono ad aumentare la consapevolezza nei propri mezzi e ad accrescere l’autostima nei giocatori. E’ stata la giornata di Destro, autore della prima doppietta in maglia giallorossa, che appena realizzato il pareggio è andato ad abbracciare Osvaldo in panchina. Questa è stata una delle immagini belle che ci ha regalato la trasferta di Siena, come quella di Zeman che applaude in panchina e che a fine gara scherza con Totti, a dimostrazione di una coesione nel gruppo che non può che far ben sperare nel prossimo futuro. Ma la pagina più emozionante l’ha scritta soprattutto il campione del mondo Simone Perrotta, che nel finale di gara ci ha regalato la vittoria con un tiro di rara precisione ed efficacia. La sua corsa folle e sfrenata verso la curva romanista, la sua gioia coinvolgente e straripante, l’abbraccio soffocante con cui i compagni di squadra e la panchina tutta lo hanno sommerso, l’urlo liberatorio di uno stadio improvvisamente coloratosi di giallorosso rimarrà impresso per sempre nel suo cuore e in quello di chi lo ha amato e apprezzato per la sua serietà, professionalità e attaccamento alla maglia. Da nove anni nella Roma, questa sarà la sua ultima stagione nella Capitale e non poteva certo finire con la rescissione del contratto, come una società un pò troppo cinica ha cercato di fare fin da questa estate. Al rifiuto di Simone di aderire alla richiesta della Roma è seguita l’esclusione dal ritiro di Brunico e dalla tournée in America. Sembrava la malinconica fine di un rapporto diventato solo professionale e che mortificava quello umano, ma ancora una volta Simone, come sempre, ha risposto sul campo, durante la settimana e la domenica quando il tecnico gliene dava l’opportunità, per dimostrare che su di lui si erano sbagliati a considerarlo già finito e non utile alla causa romanista. Un leader dello spogliatoio, mai una polemica o una parola fuori posto, un esempio per tutti i compagni e soprattutto per i tifosi, che troppo spesso lo hanno criticato per partito preso, fino ad arrivare anni fa ad un tentativo di aggressione nei suoi confronti, ispirato da perverse menti delinquenziali. Non avevo dubbi che Simone non si sarebbe presentato in sala stampa ieri dopo la vittoria, sarebbe stato troppo facile per uno come lui abituato a lottare e ad affrontare le avversità col piglio e la caparbietà delle persone umili ed oneste. Per Perrotta parlano i comportamenti e le dediche che hanno voluto rivolgergli a fine partita tutti i compagni di squadra, loro almeno non sono di memoria corta e sanno cos’è la gratitudine. Questi sono fatti e non parole al vento. Grazie Simo per essere così!
Carlo Zampa
1 commento
Sono al solito d’accordo con te Amico mio,virgole comprese.
Gente come Pizzarro dovrebbe imparare molto da Simone Perrotta sull’essere uomo con le palle ancora prima di serio professionista,cose in cui difetta e tanto.