Per nulla intenzionata ad avanzare critiche, suscitare polemiche o rimpianti, mi permetto soltanto di esprimere alcune riflessioni dettate dal puro sentimento affettivo che accomuna, incondizionatamente, i romanisti
Fiducia: le varie presidenze, dirigenze, tecnici, atleti che, ne vari periodi hanno costruito o hanno fatto parte della nostra Roma, sono stati sempre e quasi tutti oggetto della fiducia del popolo giallorosso.
Poi se i risultati raggiunti non sono stati sempre quelli che noi ci aspettavamo, fa niente: la Roma continua ad esistere. Avanti un altro!
Nell’estate passata, quando era certo l’arrivo del nostro carismatico tecnico, ho accolto con gioia il suo ritorno ed ogni altro giocatore che lui avesse richiesto, per me, era sicuramente il migliore nel suo ruolo.
Tutto bene!
Affetto: E’ tornato ad emergere quell’affetto che ci ha legato sempre al nostro tecnico e questo sentimento ha accolto anche i nuovi arrivati. Gratificazione riservata, sempre, a tutti i professionisti che sono arrivati alla Roma.
Noi siamo così!
Rispetto: Certamente ogni individuo deve essere rispettato dai suoi simili. Nel caso sportivo, che ci riguarda, il rispetto, collegato alla fiducia ed all’affetto, è esteso oltre che alle persone anche alle loro idee, programmi, iniziative, azioni.
Ecco, viste alcune vicende sportive ed i risultati, la forma di rispetto verso i protagonisti comincia ad avere delle lesioni.
Questo porta, successivamente, alla mancanza di fiducia e di affetto.
Nella passata stagione calcistica abbiamo avuto, poi solo quella, una forma di rispetto per i modi gentili del tecnico asturiano. Forse che era venuto ad insegnarci comportamenti civili? Proprio a noi!!
Pazienza: La storia della nostra Roma è disseminata di fatti che hanno messo alla prova la pazienza giallorossa. Questa, eventualmente, si è ulteriormente ampliata, arricchita ed accompagnata da nuove cariche di fiducia, di affetto e di rispetto.
Però, come si dice, la pazienza ha un limite.
Certamente il nostro limite tende all’infinito… Ci dobbiamo proprio arrivare?
Tutto ciò non è scaturito dalla sconfitta subita dai cugini di seconda fascia; perché le partite si vincono (poche), si perdono (troppe) ma tutto rientra nei fatti sportivi.
Il fastidio maggiore l’ho subito in quanto sembra che siamo stati gratificati dall’altrui generosità, perché altrimenti avremmo subito più di tre gol. A prescindere dal fatto che questo non risponde al vero (perché uno e mezzo dei loro gol li abbiamo fatti noi) mi domando… Quando è stata pronunciata questa frase, a nessuno è venuto in mente di precisare “Certamente voi siete più generosi del Catania che senza aiuti ve ne ha fatti quattro”
O forse tutti i presenti facevano parte della famiglia composta solo dai cugini di seconda fascia?
Flavia Miglietta