Il calcio ha delle leggi non scritte, ma che puntualmente colpiscono: quando la palla non vuole entrare, non entra. Vuoi per demeriti tuoi, vuoi per meriti altrui; quest’oggi i meriti sono tutti dell’ex Skorupski, che travestito da Buffon ha parato l’impossibile, mostrando di essere ormai maturo per tornare alla base e giocarsi il posto.
Pronti, via: al 2′ il portierone polacco compie già il miracolo su un tiro a botta sicura di Dzeko, imbeccato ottimamente da Emerson. Tempo tre minuti e i guantoni di Skorupski si sporcano di nuovo: stavolta con Salah, che all’altezza del dischetto conclude in porta ma gli si strozza l’urlo in gola.
All’8′ è Dzeko a riprovarci, ma l’errore è tutto suo spedendo di testa alto sulla traversa. La Roma è in grande spolvero e, ogniqualvolta attacca, dà l’impressione di segnare da un momento all’altro. L’Empoli è in grande affanno, tanto che nel giro di cinque minuti finiscono sul taccuino dell’arbitro sia Veseli che Belusci. Alla mezz’ora anche Manolas finisce sull’elenco dei cattivi, ma la sanzione in tal caso appare un tantino esagerata.
Al 34′ è El Shaarawy ad andare vicino al goal, ma la sua conclusione deviata finisce a lato di un soffio. A pochi minuti dal duplice fischio, però, sono i padroni di casa a sfiorare il vantaggio con Pasqual, la cui punizione fa la barba al palo uscendo di pochissimo.
Si va al riposo sullo 0-0 e si ritorna in campo con altrettanti cambi. Per le prime sostituzioni bisogna aspettare il 53′, quando nella Roma Bruno Peres prende il posto di Emerson e nell’Empoli Tello rileva Krunic. Cambia poco: gli ospiti sembrano i lontani parenti di quelli che nella prima frazione di gara hanno messo i brividi ai tifosi toscani.
Cosicché al 68′ Spalletti cambia ancora: dentro Juan Jesus, fuori Rudiger. Al 72′ azione individuale di uno dei neo-entrati come Bruno Peres, che si accentra e calcia col sinistro: palla che sfila a lato non di molto. La sensazione è che ora i giallorossi siano frustrati per le occasioni non materializzate, tanto che al giallo di De Rossi segue la quasi scazzottata di Dzeko con un avversario.
All’81’ la frustrazione diventa paura, perché Maccarone in piena area calcia di destro ma, non si sa come, manda a lato graziando Szczesny & Co. Spalletti si accorge che l’atmosfera non è delle migliori e, per limitare i danni, chiama De Rossi in panchina inserendo Perotti.
Nel finale la fortuna gira ancora le spalle ai capitolini: dapprima un salvataggio sulla linea, poi una paratona (l’ennesima) di Skorupski su una botta al volo di El Shaarawy. Il triplice fischio lascia intatto il risultato e conferma la regola non scritta del calcio. Ora lo scudetto dista 4 punti.