Quarto appuntamento con “The Szczesny Show”, in onda sui canali ufficiali del club giallorosso. Ospite di giornata è l’attaccante Edin Dzeko. Ecco il botta e risposta tra l’estremo difensore ed il numero 9:
S: Le persone saranno deluse, mi hanno detto che c’è la possibilità che venga Totti. Invece accendono e vedono te. Come all’Olimpico, tutti sperano in Totti e poi vedono Dzeko.
D: Nessun problema. Saranno contenti, credimi.
S: Spalletti ha detto che sei troppo buono. Lo pensi anche a tu? Credi che Spalletti sia buono?
D: “(Ride, ndr). Io sono buono. Spalletti è una brava persona”.
S: A me piace, ma non direi che è ‘buono’. E’ bravo:
D: E’ bravo, a volte gentile. E’ sempre gentile quando ci dà due giorni di riposo…”
S: I ragni sono la mia fobia.
D: “Se me li trovo davanti li prendo e li getto via”.
S: Non riesci a segnare molto nelle prime stagioni con i club:
D: “Forse avevo bisogno più tempo del normale. Perché le mie stagioni di esordio non sono mai state un granché, per fortuna non c’è una seconda stagione senza la prima. In passato è andata così. Al Wolfsburg ero ancora giovane, è stata la prima tappa importante della mia carriera. Al City ho impiegato sei mesi, c’erano attaccanti forti. Come Tevez, Balotelli, Negredo e Jovetic”.
S: Il record di gol contro l’Arsenal.
D: “Quel gol l’ho fatto a te”.
S: Ne avresti potuto segnare un altro ma ti ho parato un rigore…
D: “Ora sembri mister Spalletti”
S: Come è stato segnare nel derby di Roma?
D: “Ne ho fatti due, non uno…”
S: Cosa hai fatto con il pallone della tripletta al Plzen?
D: “L’ho dato a mia figlia Una. Tu dovresti pensare ai figli”.
S: Ho solo 26 anni per ora va bene allenarmi…
S: Conservi le magliette che scambi con avversari?
D: “Spesso non sono io a chiederle. In generale, senza essere arrogante, non mi piace chiedere di scambiare la maglia. Mi sento un po’ stupido. Qualche volta l’ho fatto. Non ho quella di Messi. Quando giocavo col Wolfsburg a San Siro c’era Shevkenko, è la migliore che ho. Le tengo nella mia casa di Sarajevo, in una piccola stanza”.
S: Perché non mi hai mai chiesto la maglia?
D: “Non chiedo la maglia. Come avrei potuto chiederti la maglia dopo che mi hai parato quel rigore? Tutti ne avrebbero parlato”.
S: Le strade di Roma?
D: “Sono terribili. Credo che debbano investire sulla manutenzione”.
S: E gli automobilisti?
D: “Saltiamola, potrei dire cose spiacevoli”.
S: Siamo arrivati nello stesso periodo Chi parla meglio l’italiano io o Rudiger?
D: “Non ti ho mai sentito parlare in italiano prima dell’ultima partita. E ho pensato ‘che sorpresa’. Fate parlare lui dopo le partite, non sempre me. Sei troppo timido”.
S: L’altro giorno ho provato a parlare con Totti. Ma non ho capito nulla quando mi ha risposto:
D: “E’ difficile capirlo, parla in dialetto romano”.
S: Io faccio fatica anche con De Rossi…
S: Il tuo idolo era Shevchenko:
D: “Forse per te Henry era più forte, perché ci hai giocato. Per era più forte Shevchenko, per me era il più forte di tutti. Non parliamo di trofei che è meglio. La nazionale francese è stata sempre forte. Ho sentito parlare di Shevchenko molto prima di Henry. Forse te lo ricordi quando giocava nel Chelsea, ma devi vedere cosa ha fatto in Italia, era il campionato migliore qualche anno fa”.
S: E’ ancora il campionato migliore…
D: “Noi lo rendiamo migliore”.
S: La prossima volta ci sarà Totti e gli chiederemo chi è più forte tra Shevchenko ed Henry. Cosa risponderà?
D: “Sono curioso”…