Non sarà stato facile per Daniele De Rossi rinunciare a una semifinale di coppa Italia, ma soprattutto al derby. Il problema accusato in nazionale lo ha costretto a dare forfait contro la Lazio, ma il centrocampista giallorosso tornerà a disposizione di Spalletti per la gara di domenica pomeriggio contro il Bologna. Il numero 16 intanto si è raccontato in un’intervista rilasciata alla ‘Rivista Undici’: “Sto bene. Sono felice. È un annetto che ho ricominciato a sentirmi un calciatore fino in fondo. Un calciatore di livello alto”.
Su Spalletti: “La Roma dovrebbe fare di tutto per trattenere Spalletti. È stato l’allenatore che mi ha condizionato di più. Ho cominciato a vedere il calcio con gli occhi di questo allenatore. Ed è un bel vedere. Al di là di che cosa farò io, al di là che a volte ha un carattere difficile, la Roma dovrebbe fare di tutto per trattenerlo perché sarà più forte”.
Sul contratto in scadenza: “È una cosa che prima o poi dovrò affrontare con la società. Ma non ci penso. Ma voglio continuare a giocare ancora per un po’. Vivere senza Roma sarebbe stata una cosa che mi avrebbe fatto più male del non aver vissuto un Real Madrid-Barcellona, o di non aver calcato gli stadi inglesi più belli, di non aver vinto determinate cose”. De Rossi si sofferma anche sulla stagione con Zeman: “È stata difficile, è stata la prima in cui ho giocato di meno, non mi sentivo indispensabile. Non credo che Zeman sia un disonesto. La sua carriera e la sua storia parlano per lui, ha dimostrato spesso di avere una grande rettitudine, non vedo perché con me l’avrebbe dovuta compromettere”.
Il suo rapporto con Francesco Totti: “Io mi sono permesso in questi 16 anni un lusso che a Roma si sono permessi in pochi: viverlo non solo come un idolo. Stare tutti i giorni con lui ti porta a vivere come una cosa normale l’essere accanto a un calciatore che non è normale”. De Rossi dedica poi una menzione speciale ad Andrea Pirlo (“Un esempio da seguire”) e Paolo Maldini (“Mi ha sempre dato l’impressione di essere un leader perché lo è veramente. Mi piacerebbe assomigliare a lui”).
Su Claudio Ranieri: “Quello con cui ho vissuto la stagione più esaltante”. Su Antonio Conte: “Mi ha folgorato. Io amo le persone dirette. Amo chi dice la verità. Tatticamente è un mostro. È un animale da campo. Non è facile essere un suo giocatore, ma è bello esserlo”.
Futuro da allenatore? “Ho avuto due tra i dieci allenatori migliori del mondo: Spalletti e Conte. Il terzo è Luis Enrique. Con un altro, Guardiola, ho giocato, e se dovessi prendere una panchina chiederei di andare a guardarlo per imparare”.