Ha visto l’Astra Giurgiu? Che pericoli deve aspettarsi la Roma?
“Sì, l’abbiamo vista e ne abbiamo parlato anche con Lobont, che è stato tirato dentro per un’analisi approfondita. Hanno vinto le ultime due partite, sono in salute mentale e fisica ed hanno entusiasmo. Sumudica sa cambiare aspetto alla sua squadra, hanno vinto il campionato lo scorso anno. I suoi giocatori hanno fatto un decorso internazionale per quanto riguarda la carriera professionale e le gare fin qui disputate. Avanti hanno questo centravanti, Alibec, che è nel mirino nello Steaua. E’ forte fisicamente, può mandare dentro i compagni e finalizzare l’azione. Poi dietro hanno Fabricio, che comincia l’azione, che sa giocare. Verranno a fare una partita di attesa: diventerà insidiosa perché si metteranno lì, chiusi a non dare spazio: la modalità tipica di chi incontra una squadra più forte. La Roma è più forte ma va messo in pratica”.
Come ha visto la squadra dopo Torino?
“Ho visto una squadra dispiaciuta per la prestazione: quando perdi così ti resta sul gruppone. Ma bisogna fare attenzione per giungere a delle analisi: in questa presa di posizione dell’approfondimento, voglio essere quello che analizza di più senza andare a caricare la squadra. Ci vuole conoscenza per cercare soluzioni. In queste 36/248 ore abbiamo alleggerito il carico prima della partita. I ragazzi ne sono consapevoli e, da bravi professionisti, hanno voglia di mettere a posto le cose, perché di cose da mettere a posto ce ne sono ed anche in fretta”.
Le scorie dell’eliminazione in Champions pesano ancora? E’ deluso dai giocatori? Si aspetta un riscatto?
“Ovviamente è una di quelle tipiche cose da buttar giù, ma tornarci su vuol dire fare un passo indietro. Io invece mi rivolgo al futuro perché è lì che passerò il resto della mia vita. D’altronde la mia possibilità di restare a vivere a Roma passa dai prossimi risultati. Non sono deluso dai miei calciatori: se lo fossi, la prima delusione sarebbe verso me stesso dato che li ho scelti io. Io credo in loro e così sarà finché resterò qui. E’ la mia squadra, quindi qualsiasi risultato dipende dalle mie scelte. E’ una squadra forte sotto tutti gli aspetti. Resterà tale finché io sarò qui alla Roma“.
Sembra che tanti si sentano in diritto di parlare male della Roma. Perché questa società il rispetto che hanno altre squadre come la Juventus?
“A me non sembra che siano state dette grandi cose. Ovvio che se uno passa dalla Roma a un club inferiore sulla carta ha sempre una reazione, come a voler far capire che non dipende da lui e da qualcuno. A me comunque non interessa: io penso alla Roma. Dobbiamo fare delle scelte, usare i calciatori che riteniamo più forti, poi posso trovare tutte le scuse. Anche se poi ci sono situazioni di mercato che vengono determinate dai ‘soldini’: tu penalizzi una cosa per rafforzarne un’altra: il senso è sempre quello di migliorare. Io nel mio lavoro non ho bisogno di tantissimi collaboratori o di un numero di persone che interviene sul mio ruolo. Ho bisogno di persone che abbiano qualità, con cui possa avere un buon rapporto. Con questa società ce l’ho. Non voglio molte interferenze nel mio ruolo, come non vado ad interferire su quello della società. Tutti siamo uniti nello stesso intento: migliorare la Roma e fare risultati da Roma“.
L’Astra ha dei problemi finanziari. Domani potrebbero influire in campo?
“Beh, tutto dipende dalla gestione del tecnico e della stessa società. Difficoltà del genere possono venire a supporto di una prestazione maggiore: i calciatori devono far vedere che hanno dei presupposti importanti. I risultati a tal proposito dicono questo, perché nelle ultime due partite hanno fatto veramente bene. Dalle vittorie si riceve una spinta di entusiasmo non indifferente. Ma noi dobbiamo tentare di vincere la partita per quella che è la nostra forza”.
Ci sarà turnover come contro il Plzen: vedremo i vari Alisson, Iturbe e Gerson?
“Qualcosa cambierà, perché c’è un’altra partita ravvicinata. Però non è che questi giocatori che si fanno giocare siano necessariamente peggiori degli altri: sono pur sempre calciatori della Roma, appartengono a questa rosa. Io voglio vincere la partita, non faccio turnover tanto per fare ma per portare a casa i 3 punti. Ad esempio Alisson è un portiere forte, sicché lo faccio giocare. Ci saranno anche altri calciatori che intendo far giocare, tipo Paredes che ultimamente ho impiegato di meno. Ci sarà turnover ma pensato”.
Tutto quello che c’è stato in questa settimana dopo la sconfitta di Torino ha distolto l’attenzione da quella prestazione o ha ricompattato lo spogliatoio?
“La sintesi di tutto è lo striscione ‘Rispetto per mister Spalletti‘. E’ un messaggio di sostegno che mi fa piacere, un richiamo. Basta giochini o attenzioni verso situazioni che non danno benefici alla Roma. Loro chiedono unione e coesione, rispetto per la maglia. Situazioni create ad arte che poi portano via energie oppure discussioni su altre questioni che non riguardano i risultati debbono essere eliminati. Noi dobbiamo andare in quella direzione, perché è quello il senso giusto: fare risultati perché siamo la Roma. Dobbiamo essere più attenti per quello che è il nostro lavoro. Basta giochini che portano ad andazzi; giocate che danno senso alla qualità del gioco, invece, quante ne vogliamo”.