L’allenatore della Roma, Luciano Spalletti, incontra alle 14.30 i giornalisti presso la sala conferenze del centro tecnico sportivo Fulvio Bernardini. ll mister giallorosso presenta la sfida con il Chievo, in programma domani a Verona alle 18.00.
LA CONFERENZA STAMPA
C’è il rischio di un calo di concentrazione?
“Per come la vedo io no, però il Chievo ha fatto vedere durante il campionato di poter mettere in difficoltà le squadre forti, è un’identità chiara e precisa che gioca a grande velocità. Quindi si, in parte il rischio può esserci, comunque mancano ancora due partite e dobbiamo vincerle”.
Il Chievo può essere un pericolo in più?
“Ci sono troppi motivi per i calciatori. Dipende da tante cose, i calciatori danno sempre il loro massimo. Per avere un futuro importante bisogna avere un presente in cui si fanno cose importanti. Tutti giocano sulla base di quello che riescono a costruire”.
Nello sport i miracoli, le imprese esistono, basti vedere cosa sta succedendo al foro italico. La Roma a questo ribaltone ci crede?
“Noi dobbiamo credere a questa possibilità di rigiocare la partita di Porto. La palpitazione con cui andremo in campo con il Chievo sarà la stessa di Porto. Il campionato lo vincerà giustamente la Juventus, è stata la più forte, ha dettato i ritmi del campionato, si è fatta trovare pronta in tutte le competizioni, ha fatto dei grandissimi numeri che gli vengono riconosciuti da tutto il calcio internazionale. A noi non cambia niente, per far si che si avvera il miracolo che dici dobbiamo vincere assolutamente le due partite che ci rimangono. Hanno la stessa madre i comportamenti che dobbiamo avere, proveremo a fare così. Mi sono fermato al cancello, perché c’erano i bambini per gli autografi. E’ tutta la settimana che mi chiamo Chievo – Rombo, perché il gioco del Chievo lo ha fatto con il rombo il sistema di gioco, quella è la sua formazione. Ho rischiato di firmare gli autografi così. Noi abbiamo la possibilità di giocare nella competizione più bella del calcio, di tutte le cose belle ce n’è una che è bellissima, la Champions League. Ci siamo costruiti la possibilità di giocarci il prossimo campionato e non vogliamo farcela scappare, poi però ci sono anche gli avversari, che in questo caso sono anche forti”.
Dzeko è a disposizione?
“Si, è a disposizione”.
Se domani la Roma vince arriva a domenica, la Juve, con un punto di vantaggio. C’è ancora qualche delusione per l’Europa?
“Quando si lavora per costruire un obiettivo, in maniera seria e continua, parlare di delusioni mi sembra eccessivo. Questa col Chievo è una partita che ci può liberare da qualche brutto risultato. C’è sempre quando arrivi in fondo qualche rimorso, e questa deve essere la partita per cancellarli. C’è davanti un obiettivo eccezionale, siamo tutti proiettati verso una sola direzione, si vuole arrivare a quell’obiettivo lì; abbiamo sempre lottato a denti stretti in ogni situazione, non vogliamo perderci questa occasione”.
Come sta Totti con i compagni e lo staff? Quali sono le sensazioni?
“Lui fa parte della nostra squadra, è il giocatore più importante, è la leggenda, è un po’ il simbolo della nostra squadra in qualsiasi direzione si voglia guardare ci si trova lui davanti a tutto. Io devo fare delle scelte e di conseguenza per essere corretto devo fare delle scelte e qualche volta l’ho penalizzato. Io faccio la formazione con il criterio di portare vantaggi alla Roma e con la volontà di vincere queste due partite. In questo ragionamento va anche la gestione di Totti”.
Tanti dei suoi colleghi hanno visto la Roma dal vivo. E’ normale quest’avvicinamento o le dà fastidio?
“E’ una cosa normalissima, perché dovrebbe darmi fastidio? In questi nomi c’è molta esperienza, hanno tutti il blasone per essere i futuri allenatori della Roma. Bisogna lavorare per avere un futuro migliore. La società l’ha già fatto vedere prendendo Monchi: la Roma ha fatto vedere che bisogna portare i migliori, ci sono allenatori che vanno a vedere anche altre partite. Loro vengono per potermi prendere il posto? Mi fa piacere, io devo essere più bravo di loro se voglio mantenerlo. Non è tenendo bassi gli altri che ci si tiene il posto. Bisogna confrontarsi con tutti per migliorare”.
Il tuo nome viene accostato al nome di grandissimi allenatori per la panchina dell’Inter. Questo ti gratifica?
“Noi dentro lo spogliatoio ci confrontiamo con la squadra, di stare lì qualche minuto a parlarne, ci si dice qualcosa. Questa settimana qui se avessimo la possibilità di firmare un contratto, firmeremmo. Il nome del contratto sarebbe Chievo Chievo. Ci interessa solo questa partita, non ci interessa quello che sarà il prossimo anno. Difendere le verticalizzazioni del Chievo, bisogna attrezzarsi, ci son dei numeri che spesso portare a supporto di qualcosa che vi fa piacere mettere in evidenza. Se riportate quelli del Chievo, vedete che sono una delle squadre peggiori in funzione dei numeri di cross, nel possesso palla, in fatto di far girare palla. Però loro quando riconquistano palla sono una delle squadre migliori nelle verticalizzazioni, vanno più in fuorigioco di tutte, lanciano di più di tutti, è la squadra più brava nei rimbalzi, nelle seconde palle, la palla di rimbalzo, loro sono i più bravi di tutti a portare a casa questi numeri. Si vede il target della squadra che sono. Noi dobbiamo essere bravi a modificare le nostre qualità per andare poi a levargli qualche possibilità di questi numeri qui. Quello che sarà il futuro allenatore dell’Inter non ci interessa,bisogna fare le cose in funzione del Rombo Chievo. Rispondo solo Chievo”.
Nella sua prima avventura la Roma ha perso 6 punti con Livorno e Empoli, come si può risolvere questo problema atavico?
“In quel momento lì c’erano le 4 vittorie a Milano? Non ti ricordi? La storia della squadra che ami va ricordata. Non le avevamo vinte tutte e 4, quest’anno si. Quindi oggi abbiamo guadagnato in qualcosa. è così, una volta ci sta che perdi, guarda il Crotone che ha fatto, le ha perse tutte ma poi gli è scattata la scintilla dell’entusiasmo, il loro pubblico li ha aiutati, si sono ripresi, non è scontata la vittoria contro di loro. Il loro pubblico li sostiene fino alla fine della partita. Sono tutti lì a lottare verso la stessa situazione e questo ti consente di ritrovare le tue caratteristiche e ora loro lottano per la salvezza. Ogni tanto ci può stare di lasciare qualche punto per strada, non è che quelle 3 che si sono perse poi diventano quelle che ci hanno disturbato, se non c’erano quelle vinte non eravamo qui. Io con la Juve non ci avevo mai vinto, ora si. Forse solo una volta in Coppa Italia sotto la neve. E’ per quello che abbiamo vinto, perché nevicava (ride ndr.). Comunque quelli di quest’anno sono numeri importanti, la squadra si è costruita la strada per avere la visione sull’obiettivo scudetto, e questa è la cosa più bella. Noi qualche volta abbiamo lasciato per strada qualche risultato che ci rattristisce e ce lo portiamo dietro. Questa è la partita che può spazzare via”.
A cosa rinuncerebbe lei per vincere lo scudetto?
“Fammela la prossima settimana questa domanda e ti rispondo anche una cosa bellina. Abbiamo delle tentazioni. Ma la prossima settimana, va bene?”
Monchi ha detto che vuole lavorare. La prossima settimana arriverà Pallotta. Con che spirito va lei? Con idee stabili?
“Sempre lo stesso pentolone. Il tuo collega mi ha detto prima che ci sono allenatori che sono venuti a vedere la Roma. Allora qualcuno ci ha parlato, si sta parlando. Ma no, è una cosa normale, il mercato è aperto e ognuno decide di programmare quello che sarà il futuro. Per quanto riguarda me e i calciatori della Roma, programmare il futuro dipende dalla vittoria della nostra squadra”.