Siamo nell’estate del 1987, si è appena conclusa la stagione sicuramente più travagliata e deludente dell’era del presidente Dino Viola. All’insuccesso sportivo (settimo posto) si aggiunge la pessima notizia ricevuta tra gennaio e febbraio relativa alla bocciatura del progetto riguardante il nuovo stadio, fortemente voluto dal senatore.
“La mancata realizzazione dello stadio di proprietà è la mia peggior sconfitta da presidente della Roma” dirà, ma si va avanti, “arrendersi” non esisteva nel suo vocabolario. Nella nuova campagna acquisti, insieme al centravanti della nazionale tedesca Rudi Voeller e ad altri validissimi innesti tra i quali Fulvio Collovati, arriva Lionello Manfredonia. Malgrado le forti diffidenze iniziali della tifoseria, il difensore onorerà sempre con il massimo impegno la maglia della Roma.
In panchina avvicendamento tra mister svedesi, sempre loro: nel 1984 era andato via Nils Liedholm ed era giunto nella Capitale Sven Goran Eriksson, ora si assiste al percorso inverso, torna Liedholm che prende il posto di un Eriksson dimissionario. Il “Barone” inaugura così il suo terzo ciclo in giallorosso, la speranza è quella di ripetere le imprese del lustro 1979 – ’84, con lo scudetto, la finale europea e ben 3 coppe Italia conquistate. La realtà, purtroppo, sarà più amara.
Al via il torneo, tutti all’assalto del tricolore indossato dal Napoli di Maradona, Ottavio Bianchi e del presidente Ferlaino. L’annata inizia nel migliore dei modi, con i giallorossi nelle prime posizioni. Qualche risultato inatteso ma, tutto sommato, l’andamento è soddisfacente, quarto posto a 5 lunghezze dalla capolista Napoli. È il 17 gennaio 1988, ultima giornata del girone d’andata, Roma in campo a Verona attesa dalla compagine allenata da Osvaldo Bagnoli che tre anni prima aveva stupito la nazione conquistando il primo e finora unico tricolore per il Veneto.
Dall’esaltante cavalcata del 1985 molto è cambiato per gli scaligeri, non più capaci di riproporsi a certi livelli e momentaneamente al sesto posto insieme alla Juve. Il Verona in campo con: Giuliani, Bonetti, Volpecina, Berthold, Fontolan, Soldà, Verza, Galia, Pacione, Iachini, Elkjaer.
La Roma oppone: Tancredi, Tempestilli, Oddi, Manfredonia, Collovati, Signorini, Agostini, Gerolin, Voeller, Giannini, Boniek. A dirigere l’incontro il signor Paparesta di Bari. I padroni di casa sono subito aggressivi, sono loro a sfiorare il gol al quarto d’ora. Sugli sviluppi di un angolo Pacione calcia al volo verso la porta romanista. A Tancredi battuto è Giannini a compiere il miracolo di deviare nuovamente in corner. Pacione scatenato, in scivolata al 28° spedisce alto da ottima posizione. Gli uomini di Liedholm, invece, aspettano la ripresa per entrare in campo con la voglia di portare a casa i due punti. Volpati e Sacchetti prendono il posto rispettivamente di Volpecina e Iachini.
Al 23° Giuliani al limite dell’area abbatte Gerolin. Giallorossi sempre più insidiosi ed al 27° colpiscono. L’azione si sviluppa sulla fascia sinistra, all’altezza del centrocampo è Giannini a lanciare Boniek. Il polacco sfodera una delle sue proverbiali cavalcate vincenti, nulla può Sacchetti nel tentativo di ostacolarlo. Entrato in area Zibì di sinistro batte Giuliani in uscita, è il gol – partita. I gialloblu si lanciano alla ricerca del pari, ma le idee sono confuse. È la Roma, invece, a mancare di poco il raddoppio allo scadere. Agostini entra in area dalla destra, centra per Boniek che, pressato dalla marcatura, libera Voeller per il tiro.
Il tedesco, però, si fa respingere la sua conclusione a botta sicura da Giuliani che, di piede, compie un autentico miracolo. Termina qui la sfida, la Roma espugna per il secondo anno consecutivo il Bentegodi ed aggancia la Sampdoria al terzo posto, sconfitta in casa da una rete di Maradona.
Una grossa iniezione di fiducia per la squadra di Liedholm che si appresta ad affrontare un girone di ritorno capace di riservare delle soddisfazioni al tifoso romanista. Vengono battuti i rivali storici di quegli anni Ottanta, ossia i bianconeri della Juve. È il 28 febbraio ed all’Olimpico ci pensa Stefano Desideri con una doppietta a regalare il 2-0 finale alla sua squadra. Sette giorni dopo viene compiuta l’impresa: la squadra di Liedholm sbanca il San Paolo!
Contro Maradona, Careca, Garella, Carnevale e Giordano la Roma manda in rete Giannini e Oddi, con una delle sue rare ma pesanti segnature. Il punto di Careca rende più sofferto il finale ma il successo non sfugge. Da quella gara il Napoli inizierà lentamente a scivolare dalla prima posizione cedendo lo scettro ed il tricolore al Milan dell’emergente Arrigo Sacchi, con il trio olandese (Gullit, Rijkaard e Van Basten) in evidenza.
Seguiranno per i giallorossi risultati deludenti e stop pesanti, ma alla fine, con l’1-0 di Manfredonia nel ritorno con i gialloblu del Verona, viene ottenuto un ottimo terzo posto che rappresenterà il miglior piazzamento fino allo scudetto del 2001.
di Massimiliano Spalluto