Sì, il titolo non è sbagliato, il 30 novembre del 1941 si affrontano Roma e Milano.
Il Milan è diventato il “Milano” già dal febbraio 1939: l’italianizzazione del nome della squadra rossonera è imposta dall’alto, le parole di origine straniera sono mal digerite dal regime e dai gerarchi che si occupano della propaganda.
Anche altre squadre devono adeguarsi a questa volontà politica e si trovano nella condizione di dover cambiare il loro nome. La Roma, nel 1941, è quella macchina completata dal nuovo presidente Edgardo Bazzini che, con tre acquisti, uno per reparto, segnalati dal tecnico Alfred Schaffer, mira a migliorare l’undicesimo posto della stagione precedente.
Questa è l’intenzione ufficiale, l’obiettivo vero, però, è quello di riuscire a tagliare finalmente il traguardo sfuggito negli anni di Campo Testaccio: il tricolore! L’annata inizia con il piede giusto e nell’ultimo giorno di novembre del ’41 si disputa la sesta giornata del torneo. La Roma è così schierata in campo: Masetti, Brunella, Acerbi, Donati, Mornese, Bonomi, Krieziu, Di Pasquale, Amadei, Coscia, Pantò.
Di fronte i rossoneri con: Rossetti, Boniforti, Guagnetti, Antonini, Todeschini, Sandroni, Bollano, Meazza, Boffi, Cappello, Rosellini. Dirige l’incontro il signor Bertolio di Torino.
Le cose non si mettono bene per i giallorossi, al 18° Donati si fa male in uno scontro di gioco con Rosellini ed è costretto a passare all’ala. Non ci sono grosse occasioni da rete, le due squadre pensano a non scoprirsi. Al 29°, però, raccogliendo una respinta di Todeschini ci pensa Luigi Di Pasquale, con una cannonata da oltre 25 metri, a portare la Roma in vantaggio. Il Milan prova a riequilibrare l’incontro, ma la sua migliore opportunità ce l’ha al 42° quando Brunella, con un tocco in corsa, per poco non infila la sua porta. Ci pensa Masetti a rimediare con un ottimo intervento.
Si arriva allo scadere; angolo battuto da Pantò, Donati tocca di testa e poi termina a terra. La palla giunge ad Amadei che prova di destro, respinge sulla linea Antonini col ginocchio, Donati da terra effettua il tocco risolutore e spedisce la sfera oltre la linea, è il raddoppio per i padroni di casa. Nella ripresa il Milan si butta all’assalto.
Ci provano 2 volte Meazza, altrettanto fanno Boffi e Bollano, ma Masetti neutralizza tutto. La Roma si rende pericolosa in un paio di occasioni sfiorando il 3-0 con Amadei e Krieziu. Il Milan, invece, con Bollano centra un palo. Si arriva alle ultime battute, quando Boffi spara fuori da ottima posizione decretando il 2-0 finale per gli uomini di Schaffer. Eroe della gara, per i padroni di casa, è Aldo Donati, “Carro armato” per il popolo giallorosso.
Dopo essersi procurato una distorsione alla caviglia è riuscito a dare la stoccata decisiva, da terra, per il punto del raddoppio. Piccola nota esplicativa: chi si faceva male in campo, se non era proprio impossibilitato, passava all’ala.
Non esisteva la sostituzione e Donati, al 45° del primo tempo, il momento del gol, zoppica già da oltre venti minuti. Il Milan(o) dei cosiddetti cinque centravanti, tra cui spicca la figura di “Peppino” Meazza, due volte campione del mondo con la nazionale di Vittorio Pozzo, trova sulla sua strada un formidabile Masetti. il portiere giallorosso compie prodezze: tra le tante, è pronto a reagire d’istinto sul maldestro tentativo di Brunella di liberare. Quando non ci arriva con la bravura, un pizzico di fortuna non guasta; è il caso del palo di Bollano colpito nella ripresa.
La Roma di Schaffer, dopo le tre vittorie iniziali (contro Napoli, Bologna e Juventus), la sconfitta di Genova con i grifoni ed il pareggio di Firenze, torna a vincere e conserva la testa della classifica da sola.
Il torneo muove ancora i primi passi, troppo presto per qualsiasi pronostico, ma questa volta il cuore del tifoso romanista non sbaglia…
di Massimiliano Spalluto