a cura di Massimiliano Spalluto
Il successo più rotondo nella storia delle sfide tra giallorossi e rossoneri. Questo è il record stabilito dalla Roma nella gara disputata il 3 maggio 1998 all’Olimpico. Un incontro durato un tempo, anzi… qualche minuto in meno.
Tanto è bastato alla formazione capitolina per cancellare il Milan apparso come un gruppo allo sbando, pesantemente segnato da una rottura netta tra allenatore e giocatori. Fabio Capello, tornato dopo una breve parentesi alla guida del Real Madrid, ha trovato molte difficoltà nel riprendere in mano la gestione tecnica del Milan.
Adesso non ha più con i suoi ragazzi quel feeling fondamentale che negli anni ha contribuito alla conquista di importanti trofei, sia in Italia che nelle competizioni continentali. I giorni dei trionfi e dei festeggiamenti del Milan targato Capello appaiono lontanissimi e la sua avventura a Milanello sta per concludersi.
La Roma, dall’altro lato, sta vivendo un’annata altalenante segnata da cocenti sconfitte ma, paradossalmente, dalla possibilità di migliorare la sua posizione finale rispetto agli ultimi tornei. Al timone c’è l’allenatore boemo Zdenek Zeman, al suo primo anno sulla panchina giallorossa.
Roma messa in campo così: Chimenti, Aldair, Petruzzi, Zago, Candela, Tommasi, Di Biagio, Di Francesco, Paulo Sergio, Delvecchio, Totti. Il Milan schiera: Rossi, Daino, Cruz, Costacurta, Maldini, Ba, Desailly, Donadoni, Ziege, Weah, Maniero. A dirigere l’incontro il signor Farina di Novi Ligure.
Il match mette subito in mostra la differenza di determinazione tra le due compagini: Milan confuso e poco pungente contro una Roma costantemente votata all’attacco e pericolosa fin dai primi affondi. Dopo qualche tentativo il risultato cambia. È il 16° quando Cruz spinge Paulo Sergio fuori area, si prosegue per la norma del vantaggio e Candela sfodera un destro al volo terrificante da oltre venti metri.
Il portiere Rossi non può fare molto, la palla si infila all’angolo alla sua destra. Quattro minuti dopo Totti viene falciato in area da Ziege, rigore. Sul dischetto va Di Biagio che spiazza nettamente l’estremo difensore ospite, 2-0. Gigi Di Biagio ci prova gusto ed al 28°, dopo aver triangolato con Delvecchio, scaglia una sassata da fuori area che si insacca imparabilmente nell’angolo alto alla sinistra di Rossi.
Il Milan continua a non ritrovarsi, entra Cardone ed esce Ba al 33°. Al 39° la giocata che chiude definitivamente ogni discorso: Aldair lancia Paulo Sergio che batte in velocità Ziege, si libera brillantemente di Costacurta ed entra in area dalla destra. Rossi gli va incontro ma, con freddezza e precisione, il brasiliano lo supera con un tocco di destro, 4-0!
Il secondo tempo inizia con un altro cambio tra i rossoneri: dentro Leonardo fuori Ziege. Le due contendenti sono tornate sul rettangolo verde perché il regolamento impone di giocare altri 45 minuti ma il campo ha già espresso il suo verdetto, il resto è pura accademia. I padroni di casa si limitano ad amministrare, senza accanirsi oltre su un nemico ormai sconfitto e mentalmente proiettato verso la nuova stagione.
Un giovanissimo Francesco Totti dà lezioni di calcio ai titolati avversari, per la gioia di un pubblico romanista che accompagna con applausi e cori di entusiasmo ogni giocata dei suoi beniamini. Al 23° ultima sostituzione per gli ospiti: Nilsen rimpiazza Desailly.
Nella Roma, invece, un doppio cambio al 32°: Tetradze e Gautieri prendono il posto rispettivamente di Aldair e Paulo Sergio. Il sigillo finale lo appone Delvecchio al 37°; un perfetto traversone di Di Francesco viene capitalizzato da Super Marco con un tocco di testa che spedisce in rete la palla del definitivo 5-0.
La classifica vede i giallorossi al sesto posto, ma nelle ultime due giornate la Roma supera in volata il Parma e la Lazio, finendo quarta alle spalle di Juve, Inter ed Udinese. Si chiude così un campionato di serie A segnato dallo scontro scudetto tra Juve ed Inter, con decisioni arbitrali che lasceranno una scia di polemiche mai sopite nel corso degli anni.
Per il Milan, abituato a ben altri risultati, termina la sofferenza con un decimo posto e la conclusione del rapporto con Capello, rimpiazzato da Alberto Zaccheroni. Per la compagine di Franco Sensi si tratta del miglior piazzamento negli ultimi dieci anni (dal terzo posto ottenuto nel 1988 dagli uomini di Liedholm e Viola).
Fabio Capello si concede un anno di pausa prima di iniziare l’avventura romana coronata dalla conquista dello scudetto nel 2001.