Di Massimiliano Spalluto
Una vittoria in terra campana attesa a lungo, arrivata dopo anni di trasferte contrassegnate da risultati deludenti. Siamo nel 1982, l’Italia è divenuta il centro del mondo calcistico dopo l’impresa degli azzurri di Bearzot a Spagna ’82; il campionato di serie A viene ora rivalutato ed apprezzato dagli esperti di calcio internazionale.
In un mondo che non si è ancora del tutto identificato nel “villaggio globale” ipotizzato da Mc Luhan negli anni Sessanta (internet è ancora una tecnologia lontana dall’essere applicata alle comunicazioni di massa), le gesta di Paolo Rossi, Dino Zoff e del “Marazico” giallorosso Bruno Conti riescono comunque a trovare una vasta eco anche in paesi lontanissimi dal nostro.
È il 10 ottobre ed a Napoli la Roma capolista cerca conferme alle sue ambizioni di permanenza in alta classifica. Siamo alla quinta giornata del 1982 – ’83, la stagione che si rivelerà indimenticabile per il tifoso romanista. Il Napoli si presenta così: Castellini, Bruscolotti, Ferrario, Marino, Krol, Citterio, Celestini, Dal Fiume, Diaz, Criscimanni, Pellegrini.
La Roma messa in campo da Nils Liedholm: Tancredi, Nappi, Nela, Vierchowod, Falcao, Maldera, Chierico, Prohaska, Pruzzo, Valigi, Iorio. La direzione è affidata al signor Casarin di Milano. L’impatto con la gara è disarmante. Un solo giro di orologio e da un angolo battuto da Diaz i padroni di casa trovano il gol del vantaggio.
È Citterio a fare da sponda di testa per la nuca di Pellegrini che spedisce nell’angolo alla sinistra di Tancredi. Sembra rinnovarsi la tradizione o, meglio, la maledizione per i colori giallorossi in visita a Napoli. Il San Paolo, infatti, è un terreno tabù da ben undici anni, lasso di tempo in cui la Roma ha raccolto solo un pari e dieci sconfitte! L’ultimo successo risale al 25 aprile 1971, una vittoria in rimonta (1-2) con le reti di Renato Cappellini ed Elvio Salvori.
Per un’altra rimonta ci sarebbe tutto il tempo, la partita è appena iniziata, ma il fortino azzurro sembra resistere bene agli attacchi degli uomini di Liedholm. Al 33°, però, la difesa partenopea si arrende. Fallo di Citterio su Chierico, punizione. È un “corner corto” dalla destra, Prohaska mette in area per Iorio, la sua conclusione non dà scampo a Castellini, è il pareggio.
Gara riequilibrata, ora la Roma impone il suo gioco con tranquillità e scioltezza. Inizia la ripresa con la compagine capitolina molto più determinata ed aggressiva. La sicurezza, le idee e la capacità di creare geometrie semplici ed efficaci rendono evidente che la posizione occupata in graduatoria da Falcao & C. non sia frutto del caso. Il Napoli è in affanno ed alla Roma manca solo il gol, che arriva al 20°.
Angolo dalla sinistra battuto da Prohaska, palla a Maldera che effettua un traversone al centro dove è pronto Nela a Staccare di testa e mettere dentro. La Roma domina ed al Napoli non resta che cercare di contenere le avanzate degli avversari. Difficile imporre ritmi alla creatura di Viola plasmata alla perfezione dal “Barone” Liedholm, la terza rete lo dimostra inconfutabilmente.
È il 33° quando una serie di scambi veloci in area mettono Chierico nella condizione di battere a rete. Il suo tentativo viene deviato sul palo da Ferrario ma è sempre Chierico a raccogliere ed a battere inesorabilmente Castellini. L’azione andrebbe rivista al rallentatore: da Valigi a Iorio, da questi a Maldera fermato in maniera fallosa, sponda di Pruzzo e poi l’epilogo già descritto con la sfera ceduta a Chierico. Un autentico godimento per il tifoso romanista ed un piatto speciale da servire a chi ama il calcio spettacolare. Nel finale Dal Fiume coglie una traversa, ma i ragazzi di Liedholm controllano saldamente le sorti dell’incontro.
Termina 3-1 per la Roma, che divide il primo posto con la Sampdoria. Può essere preso come un buon presagio, la Roma trionfa a Napoli dopo tanti anni di digiuno, spezzando finalmente l’incantesimo legato al San Paolo. Ora l’unica magia che prenderà forma sarà quella creata da Liedholm e dai suoi uomini, capaci di incamminarsi su una strada che Roma non percorreva più da quarant’anni, quella che porta al tricolore.